Incontro in Egitto

La traccia che rimane nell’aria anche dopo aver riposto questo libro: Anne Tyler, in copertina, non ci dice di quale tipo sia……….nel mio caso, la sensazione predominante a lettura ultimata è quella di frammentarietà e discontinuità, che si sono tradotte, come spesso accade in questi casi, in scarsa partecipazione emotiva e in interesse altalenante fra momenti di noia e altri più intensi ma purtroppo brevi. Peccato perché il nucleo della trama (i ricordi ripercorsi da una donna ormai agli ultimi giorni di vita) poteva prestarsi a ben altri sviluppi, in considerazione anche delle vicende interessanti di cui la protagonista era stata partecipe, sia sul piano della storia personale che sul piano della storia del Novecento. E invece i continui salti temporali (tra la dimensione del presente e almeno altre tre dimensioni nel passato, con flash back continui), l’alternarsi tra la narrazione diretta in prima persona (ad opera ora della protagonista ora di altri personaggi) e quella esterna in terza persona, la ripetizione di alcuni episodi per distinguere i diversi punti di vista di chi vi aveva preso parte, lungi dal rendere più variegato lo sviluppo della trama, lo hanno appesantito ai miei occhi irrimediabilmente. E i 14 giorni che ho impiegato a terminare il libro ( 213 pagine ) sono una prova tangibile di ciò !

Il racconto della vita di una donna controcorrente. Bel libro, intenso scritto con bravura. Lively si è di certo meritata il prestigioso Man Booker Prize del 1987

Sconosciutami questa signora Lively. Dopo lette 36 pagine mi pare abbia scrittura ricca intensa come zuppa di verdure buone, infatti precipitatomi su IBS per comprare tutta sua produzione, INVECE leggo quasi soltanto recensioni dubitose o negative. Sono rimbambito io o rimbambiti gli altri? Continuerò a leggere, poi dirò.