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Un libro meraviglioso, un giallo che si snoda tra l’Islanda e la Germania Est, tra presente e passato, tra grandi ideali delusi e giovinezza spezzata. Una storia appassionante per chi ama non solo i gialli, ma anche i romanzi storici.
Sulle rive del lago Kleifarvatn, in Islanda, una donna trova uno scheletro semisepolto nella sabbia, con un’evidente frattura al cranio. Il corpo è legato a una vecchia ricetrasmittente di fabbricazione russa, invisibile quando il livello dell’acqua era più alto. La morte risale alla fine degli anni ’60, quando a Keflavìk c’era una grande base NATO, ed era attivo lo spionaggio tra Stati Uniti e Unione Sovietica. L’agente Erlendur Sveinsson, specialista in casi remoti, il vice Sigurđur Oli e la collega Elìnborg indagano sulle persone scomparse in quegli anni in Islanda. Una donna ricorda il suo compagno, sparito un giorno senza apparente motivo. E’ un caso misterioso, perché su di lui non ci sono documenti all’anagrafe. Il romanzo vive su due storie parallele ma distanti nel tempo: le indagini sull’uomo del lago e la vicenda di un gruppo di studenti comunisti islandesi, invitati negli anni ’60 a frequentare l’università di Lipsia, in Germania Est. La vicenda gialla è lentissima, basata sulle supposizioni e le intuizioni di Sveinsson, criticato dai suoi stessi colleghi perché insiste su particolari in apparenza insignificanti. Erlendur è un uomo scorbutico, triste, apatico, ossessionato da tragedie personali, e con osservazioni inopportune e scortesi s’inimica tutti: i colleghi, che invano cercano di scuoterlo, i figli, i testimoni, i diplomatici stranieri. E’ tuttavia un personaggio che suscita empatia. Indriđason ha formazione giornalistica e la vicenda gialla sembra un pretesto x raccontare pagine di storia quasi dimenticate: la guerra fredda, la ribellione impotente e la repressione nei paesi sotto il dominio sovietico, l’occupazione militare alleata in Islanda, incruenta ma sprezzante dei diritti di un piccolo paese indifeso, che portò a un conflitto ideologico interno tra filosovietici e filoamericani. Più che gialli, i romanzi di Indriđason sono storie psicologiche che riguardano temi sociali, dai rapporti familiari alla religione alla politica.
Non do' il voto massimo solo perche' la storia mi e' sembrata un po' troppo breve. Avrei voluto saperne di piu' sui protagonisti.
Recensioni
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