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Fútbol bailado - Alberto Garlini - copertina
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Fútbol bailado - Alberto Garlini - copertina
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Descrizione


Italia, primavera del 1975. Nei pressi di Mantova, Pier Paolo Pasolini sta girando Salò o Le 120 giornate di Sodoma. Poco distante, nei dintorni di Parma, Bernardo Bertolucci lavora al film Novecento. Nel giorno del compleanno di Bertolucci, il 16 marzo, viene organizzata una partita di calcio tra le due troupe. Il campo è quello della Cittadella, a Parma, intorno al quale sono raccolti tutti i protagonisti di questa storia: Pasolini, Bertolucci, ma anche Alberto, un bambino intimorito dalla solitudine, e Vincenzo, un terrorista nero con una agghiacciante missione da compiere. Alberto Garlini racconta attraverso le vicende dei suoi protagonisti la perdita dell'innocenza di un intero Paese, di cui la figura di Pasolini è l'emblema.
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Dettagli

2004
477 p., Brossura
9788851800420

Valutazioni e recensioni

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Riccardo Laconi
Recensioni: 3/5

Non riuscire ad apprezzare pienamente, forse non riuscire a capire, qualcosa di oggettivamente bello: a volte mi capita.E questa è una di quelle. L'intreccio del libro è geniale; lirico, commovente, originale. Ma l'impressione che il Garlini scriva una buona parte delle pagine guardandosi compiaciuto allo specchio, è troppo forte; e da qui,la voglia di saltare a piè pari diverse parti, rincitrullito dalle parole, annoiato dalle troppe immagini. Ma per il resto...mamma mia che bellezza

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Daniele
Recensioni: 4/5

Garlini parla molte lingue in questo bel romanzo: la lingua del calcio, dolce e poetica degli anni d'oro e per improvvisare interminabili partite bastava un pallone, un paio di persone e, via, ogni posto diventava un campo? Cortiletti, posteggi degli autogrill, strade in disuso, aiuole davanti ai monumenti, ad Assisi, a Siena, a Porzûs, commemorando l'eccidio partigiano? Parla la lingua del cinema, riuscendo a far incontrare due capolavori della cinematografia italiana come "Salò" e "Novecento", mettendoli davanti ad uno scontro diretto, undici contro undici e anche qui con un pallone in mezzo? Parla la lingua della biografia, accompagnandoci per mano nella storia intima di Pasolini e della sua vita, dalla giovinezza alle passioni adolescenziali, dall'amore spezzato per il cinema fino a quell'assurdo 2 novembre del '75, giorno di una morte voluta, quasi cercata, comunque aspettata. Parla la lingua della storia, descrivendoci un'Italia magica dei giorni andati, quando un'intera nazione era un coacervo di vite intrecciate come fosse una saga familiare, tutti uniti più da un vincolo spirituale che di sangue. La lingua dell'amicizia, quella fra un campione ormai al termine della sua corsa e di un bambino che vuole a tutti i costi vedere la finale del mondiale di Spagna? E tutte queste lingue, tutte le parole, i diversi piani del romanzo, si compongono pagina dopo pagina trasportandoci in un passato troppo giovane per essere mitico ma non troppo lontano per non essere ancora attuale.

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luca
Recensioni: 3/5

Lo che sembra paradossale, ma il difetto più grande che ha il libro di Garlini è che lui sa di essere un bravo scrittore, e non fa nulla per nasconderlo. Certi passaggi, a lungo andare, risultano stucchevoli, autoreferenziali, forzatamente "lirici". Questo, inevitabilmente, fa perdere ritmo alla storia e allunga troppo il romanzo. 100 pagine in meno non avrebbero tolto nulla al romanzo, anzi, l'intero tessuto narrativo ne avrebbe giovato. Peccato. Potenzialmente, uno dei miglori scrittori italiani in circolazione. Potenzialmente.

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Conosci l'autore

Alberto Garlini

1969, Parma

È nato a Parma nel 1969, vive a Pordenone. Ha pubblicato Una timida santità e Fútbol bailado per Sironi editore; Tutto il mondo ha voglia di ballare per Mondadori e, nel 2012, La legge dell'odio per Einaudi. È tra i curatori della manifestazione culturale Pordenonelegge. Nel 2017, con Mondadori, pubblica Il fratello unico. Un'indagine di Saul Lovisoni e nel 2019 Il canto dell'ippopotamo.

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