Un pensiero abbagliante. Niels Bohr e la fisica dei quanti

Personalmente non ho una grande simpatia per i tentativi di rendere addirittura "visive" le emozioni, le idee, le scoperte e tutto quello che a esse si accompagna di scienziati o di persone vissute veramente, in vignette che restano immutabili nel tempo e in cui traspaiono spesso solo violenze emotive che dubito fortemente siano credibili. Una per tutte, Heisenberg che "crea" la meccanica delle matrici a strapiombo sulle rocce di Helgoland saltando dall'una all'altra è un po' più del lecito sotto ogni punto di vista. Devo ammettere che, al di là di queste sensazioni e di un certo numero di imprecisioni o semplificazioni maggiori del giusto, gli autori danno un resoconto abbastanza fedele di fatti realmente avvenuti o, almeno, di fatti che sono di conoscenza pubblica e sui quali sono quindi in grado di esprimere un giudizio. Di altri fatti è possibile che abbiano avuto documenti originali in visione. Detto questo, ribadisco però una forma di riluttanza ad accettare le interpretazioni "sturm und drang" dei sentimenti che gli autori attribuiscono all'uno o all'altro degli attori del volume (ma principalmente a Bohr, che ogni tanto è presentato come poco meno che una macchietta), anche perché questi sentimenti sono in generale attribuiti a queste figure della scienza nei momenti cruciali delle loro scoperte, che troppe volte appaiono come sensazionalismi più che come il risultato di grande studio e applicazione. Resta comunque un volume sostanzialmente gradevole e utile per diffondere la nozione del grande servigio reso da Bohr e da altri alla fisica e all'umanità.   Enrico Predazzi