L' uomo che non poteva morire

“L’uomo che non poteva morire” è la storia di Pilgrim, ricco e rinomato storico d’Arte nella Londra di inizio ‘900. Nonostante la sua fama, però, l’unico suo desiderio è quello di togliersi la vita, cosa che pare essere del tutto irrealizzabile dal momento che, dopo vari ed estenuanti tentativi di suicidio all’apparenza ben riusciti, dopo qualche ora Pilgrim puntualmente si risveglia dal suo sonno di morte e torna miracolosamente alla vita. Esasperata dai gesti estremi di Pilgrim e decisa a fargli ritornare la voglia di vivere, la cara amica Lady Quartermaine lo affida alle cure del dottor Jung, celebre psichiatra svizzero realmente esistito, che è convinto che Pilgrim sia vittima di una malattia mentale che gli fa credere di aver vissuto mille esistenze all’epoca dei più celebri esponenti dell’arte e della cultura, da Leonardo da Vinci a Oscar Wilde e molti altri. Ma il dottor Jung sospetta che Lady Quartermain gli nasconda qualcosa sull’amico… E se invece il nostro Pilgrim fosse davvero prigioniero in un purgatorio di vite passate e future senza fine? Oppure sono pazzi entrambi? Non fatevi spaventare dalle sue 600 pagine, è un mattoncino che si legge molto velocemente, grazie allo stile scorrevole dell’autore e i capitoli brevissimi che incalzano la lettura. Ogni personaggio di questo romanzo, che sia inventato o storicamente esistito, è ben definito nella sua psiche e nelle sue azioni, mentre la combinazione di elementi reali e fittizi ha reso per me questa storia ancora più intrigante, per non parlare del finale in sospeso che, sebbene mi aspettassi qualcosa di diverso, non mi è affatto dispiaciuto. Leggerò sicuramente altro di questo autore, sperando di trovare altre opere avvolte dallo stesso alone di mistero.

Imagina...puoi. Scusa George se copio il tuo spot ma il libro mi ha ispirato voli pindarici, in primis nella mente umana e in chi cerca di entrarci, presuntuosamente. Per i fans di Jung, come il sottoscritto, spunti di riflessione