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Un giurista davanti a se stesso. Saggi e interviste - Carl Schmitt - copertina
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Un giurista davanti a se stesso. Saggi e interviste
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Descrizione


Chi è Carl Schmitt? Il giurista conservatore divenuto teorico del nazismo, o il filosofo che ha pensato in modo nuovo le categorie del politico? Il pensatore geniale che ha incrociato le personalità più significative del suo tempo, da Benjamin a Heidegger, da Taubes a Ernst Jünger, o il consigliere di stato opportunista, che ha cercato di dare legittimità giuridica al nazismo? Il teorico convinto del decisionismo o piuttosto, come lo definì Karl Lowith, un occasionalista incerto e privo tanto di convinzioni che di scrupoli? I testi e le interviste qui raccolti cercano di dare una risposta a queste domande, proponendo una nuova immagine di una delle personalità più discusse e attuali del pensiero politico-giuridico del XX secolo. Nel teso contrappunto fra le maschere mitologiche che egli indossa nelle interviste e i testi cruciali e più segreti del suo pensiero, compresi quelli in cui egli è più vicino al nazionalsocialismo, Schmitt non appare più come il teorico del decisionismo, che ha pensato la sovranità come decisione sullo stato di eccezione e la politica come cesura fra l'amico e il nemico, ma come una figura amletica e incerta, che, nell'Europa stretta nella morsa del fascismo, cerca un impossibile varco fra legalismo e stato di eccezione, diritto e violenza. Per questo egli deve assumere la maschera di Benito Cereno, l'infelice capitano del racconto di Melville, che si trova a dover fingere di una nave, il St. Dominick, che è caduta nelle mani degli schiavi in rivolta.
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Dettagli

2
2012
11 ottobre 2012
314 p., Brossura
9788854506329

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alberto pierobon
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Dall'introduzione di Agamben: il diritto come decisione e giudizio, nel diritto antagonista alla legge.Lo stato di eccezione (paradigma schmittiano) sospende la norma nella decisione (prassi e processo). La storicità cristiana e le letture paoline, anche nel kat-echon (nel deciso),mentre l'eschaton è incessantemente differito, donde un “messianismo bloccato” (=differance derridiana). Il paradosso delle rivoluzioni legali (es. nazismo) come dialettica del potere costituente.Democrazia e liberalismo si sono corrotti a vicenda, sostituiti, nell’unità politica, da: Stato , movimento e popolo. Il movimento è l'elemento costituente (il popolo - biopolitica - è l’elemento impolitico che cresce sotto la protezione del movimento, vedi il partito). Schmitt (intervistato): tra i propri concetti dalle guerre civili di religione della Riforma (sconosciute in Italia), storicizzando il suo concetto di Stato. La conoscenza corretta è sempre una sorta di avanguardia.Le elezioni sono una scelta. Obbedisco solo all’autorità che può difendermi. La legge è un tipo di funzione (della burocrazia).La complessa questione amico-nemico e la teoria del partigiano che l'A. qui illustra in modo netto. Per Schmitt: mai scambiare Norm con nomos (poi tradotto da Cicerone in lex):il loro scambio è la più grande disgrazia storico-intellettuale della civilizzazione occidentale. Il parlamentarismo non ha nessun futuro. Schmitt (saggi) nella ridda di concetti e argomentazioni: legalità, razionalità, legittimità, superlegalità, progresso, concetti classici del diritto internazionale, guerra, pace, neutralità, doveri, etc. E’ pericoloso utilizzare le vecchie distinzioni fra diritto/politica e le alternative: statale/non, pubblico/privato. La sicurezza e calcolabilità non sta nella norma, ma nella situazione presupposta come “normale” (vedi espedienti del diritto penale nelle c.d. clausole generali e concetti indeterminati), esempi di dissoluzione di un normativismo legalitario. Un volume interessante.

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Carl Schmitt

1888, Plettenberg

Schmitt, Carl fu un giurista e pensatore politico tedesco. Docente di diritto presso le università di Bonn, Berlino e Colonia, con l'avvento del nazismo, Schmitt elaborò le linee guida e i principi giuridici di base del nuovo regime. Arrestato nel 1945, fu processato e poi assolto, ma dovette lasciare l'insegnamento. Tra le opere principali si ricordano: La dittatura (1921), Teologia politica (1922), Il concetto del politico (1927), Dottrina della costituzione (1928), Legalità e legittimità (1932).

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