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"Es e superego in Giacomo Leopardi"è un libro interessante, perchè analizza la poesia e la"filosofia" di Leopardi da molti punti di vista e permette di sentire molto vicino il poeta, sia nelle vibrazioni della sua anima, che nella genialità e profondità dei suoi ragionamenti. Piuttosto interessante è la distinzione tra vissuto e dichiarato attraverso cui si scopre come il cuore di Leopardi sia pieno di gioia di vivere, mentre la sua mente dichiara che il piacere è solo figlio di affanno. Particolarmente originale è poi l'uso di schemi della psicanalisi, che ci fanno immedesimare con l'abbandono totale dell'io del poeta nel grembo materno ("il naufragar m'è dolce in questo mare"). Tra i temi ricorrenti, per esempio, è particolarmente profonda ed innovativa l'analisi dei testi sulla"noia" e l'individuazione dei suoi aspetti non solo negativi, ma anche positivi. Se per Leopardi il piacere è vano, soltanto la noia invece non lo è, perchè nasce dalla consapevolezza della realtà o meglio dal confronto fra le grandi aspirazioni ed il reale. E' proprio ciò che dà la misura della grandezza dell'uomo, che, se non é soddisfatto dalle cose terrene ( e quindi é assalito dalla noia), é perché egli, benché essere minuto, ha la capacità di figurarsi l'infinito. Le contraddizioni che nel libro sono prese in considerazione(basti pensare alla visione della natura prima madre e poi matrigna, oppure all'antitesi, come dicono gli autori, tra il desiderio di vita e la dichiarazione della sua vanità, tra la speranza di felicità e la certezza che esiste solo il dolore, tra il desiderio di solitudine e l'aspirazione a partecipare al consorzio umano, tra la tensione all'infinito e la convinzione che il nostro essere è finito) trovano in questo saggio il loro superamento proprio grazie alla vittoria del sentimento sulla ragione e sulla materia.
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