Una dea bendata. Un'avventura giudiziaria balorda e indimenticabile

un libro assolutamente affascinante, dai toni forti, si, ma affascinante... all'interno uno spaccato della quotidiana vita nei Tribunali italiani, tra grigiore ed indifferenza... e, soprattutto, indifferenza verso persone che, a volte, sono solo vittime di un'assurda realtà... finale encomiabile degno della più alta letteratura italiana... da leggere tutto d'un fiato... a quando il prossimo testo? non vedo l'ora di leggerlo....

Una storia giudiziaria in cui l’autore si trova coinvolto suo malgrado, in modo assolutamente improvviso e sconvolgente, schiacciato da un’ accusa intollerabile quale può essere quella di violenza su minori. Il libro ripercorre l’allucinante vicenda, con ritmo e poesia, con freddezza – apparente – e coinvolgimento, reale. L’autore-protagonista sa far percepire al lettore sia quella che all’epoca era la sua ‘tranquillità’ data dalla coscienza pulita, ma anche l’angoscia di fronte a una situazione da incubo, infarcita di ‘leggerezze’ giudiziarie, assenza quasi totale di professionalità nelle indagini, assenza totale e diffusa di umanità. Ma l’umanità nel libro c’è e ce n’è tanta… si respira, si tocca quasi, nei ricordi dell’autore, nelle descrizioni di suoni, profumi, contorni del paese in cui ha scelto di vivere, nell’amore di fondo per la vita che ci insegna. Nonostante tutto.

La descrizione dei paesaggi è così attenta e ricca di particolari che sembra di averli visitati quei luoghi... se chiudi gli occhi... affascinante... Il modo in cui l'autore racconta questa storia così assurda, ma così reale, ti fa provare tante emozioni contrastanti tra di loro... dalla rabbia alla tenerezza... dalla prima all'ultima pagina... Aspetto con ansia il prossimo libro, non potrò mancare al terzo appuntamento!