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Un libro strano...dopo 100 pagine pensi che stia già per finire...idem dopo 200... e ti chiedi, ma di cosa parlerà per altre 300 pagine? E invece... gran bel libro, ipnotico
Il titolo originale di questo grandioso romanzo pubblicato nel 1999 da quella che considero la massima scrittrice vivente è «Broke Heart Blues», e forse non sarebbe stata una cattiva idea lasciarlo inalterato, anche se il titolo italiano vuol forse richimare le canzoni del primo Bob Dylan («Ballad of a Thin Man», etc.), che tuttavia il lettore italiano medio conosce poco. Si tratta di una vera e propria epopea americana del Mid-West che ha come protagonista l'essenza sociale di quei territori marginali, più che i numerosi ragazzi e ragazze che vivono le vicende narrate. Per il modo in cui la Oates riesce a sviluppare la narrazione facendone una lenta, maestosa, impietosa analisi post eventum, la trama può essere accostata a quella del «Grande freddo», il film di L.Kasdan: una generazione di studenti di buona estrazione sociale vive con maggiore o minore intensità la scoperta che la vita offre qualcosa in più dell'alcool come strumento di trasgressione, e sovraccarica il misterioso straniero John Reddy Heart di questi elementi, facendone una sorta di James Dean redivivo (siamo negli anni '60, per la maggior parte del testo). Con l'infittirsi della trama, si scoprirà che questa era molto più un'esigenza di questi ragazzi borghesi di provincia che non qualcosa di reale, ma (come nel teorema di Thomas, messo a punto pochi anni più tardi) era intanto diventanto reale nelle sue conseguenze. Da questo splendido affresco il lettore capirà perché negli USA viene data con tanta facilità alle persone la possibilità di cambiare nome e identità, ma soprattutto toccherà con mano uno dei temi cruciali della visione oatesiana del mondo, ben racchiuso in questa frase: «L'essenza di ciò che ci spezza il cuore non cambia mai. Cambia solo la sua causa, che in eterno ci sfugge» (cap. 18). Per me si tratta di uno dei vertici raggiunti dalla narrativa della Oates, uno spaccato della vita di provincia americana degno del miglior David Lynch.
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