I faraoni. Come le mille caste del potere pubblico stanno dissanguando l'Italia

Leggendo la quarta immaginavo un libro denuncia a tutto tondo. Invece no. Siamo alle solite. Proprio i due autori che denunciano pastette politiche e mafie e lobby, in realtà sparano a zero sì sulla "cosa " pubblica, ma guarda caso fanno le pulci alle regioni governate dal partito all'opposizione. Menano fendenti (non dico sbagliati) ai vari veltroni, Prodi, Bassolino Di Pietro, dimenticando, ahimè, completamente cosa succede dall'altra parte. E' triste vedere i conti della regione Emilia Romagna (notoriamente una regione di sinistra) spaccati al millesimo, cosa che fa inorridire, e poi, che so, la Sicilia congedata con una battutina di pessimo gusto su Totò Cuffaro.E basta, Quando si dice paraocchi! E' un panegirico del governo operante, con scappellate a tutte le iniziative buone e meno buone, ma non si legge, a parte qualche stecca qui e lì per una par condicio all'acqua di rose, nessuna nota di biasimo sull'operato del partito al governo. Anzi. E allora non è un libro denuncia, a parer mio. E' un libro che dovrebbe essere pubblicato a uso e consumo di chi fa parte di quello schieramento politico. Non passate per denuncia politico-sociale un panegirico a chi ci governa. la piemme e gli autori sono intellettualmente disonesti nel buggerare il lettore con la quarta di copertina e l'introduzione che fanno sperare in ben altro libro. Se si fa un libro-indagine non bisogna guardare in faccia a nessuno. Sennò si fa parte di uno di quei gruppi di potere che i due autori tanto biasimano. Indecente!