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Tutta questa vita - Raffaella Romagnolo - copertina
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Descrizione


A sedici anni tutto è da scoprire, la vita è ancora intera, possibile, e il futuro un'opportunità. Così anche per Paoletta, che di avere "tutta la vita davanti", però, non è entusiasta. Forse perché odia le frasi fatte o semplicemente perché è diversa dalle altre ragazze: detesta Facebook, legge Anna Karenina, filosofeggia su Harry Potter, invece delle sit-com guarda vecchi film, si ingozza di dolci infischiandosene della bilancia e allo shopping con le amiche preferisce di gran lunga le passeggiate silenziose con il fratello minore, Richi. O forse è proprio lui a renderla diversa: Richi ha dodici anni, le gambe così fragili che possono reggere solo pochi passi strascicati, un braccio difficile da controllare e una vita tanto più complicata davanti. Non parla molto, e quando lo fa, non sempre gli altri lo capiscono. Ma Paoletta sì; brevi frasi che hanno, per lei, il sapore della sincerità che manca nella villa di famiglia. Un'autentica prigione. Una tortura di menzogne, cose non dette, segreti pericolosi, da cui la ragazza scappa ogni volta che può. E insieme a Richi attraversa il confine, immaginario eppure così reale, che divide lo splendido giardino di casa loro dalle Margherite, il quartiere popolare, dove gli appartamenti sono modesti, le giostrine arrugginite e i padri non sono imprenditori di successo ma cassintegrati in difficoltà. E dove c'è Antonio, anche lui, a modo suo, diverso. L'unico, a parte Richi, che sa leggerle dentro e che l'aiuterà...
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Dettagli

2013
15 ottobre 2013
219 p., Rilegato
9788856632811

Valutazioni e recensioni

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Valentina
Recensioni: 5/5

Un altro capolavoro di Raffaella Romagnolo! Come fare a non affezionarsi a Paoletta e suo fratello! Ottima lettura!

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Sophia
Recensioni: 1/5

Mah, sarà che di questo stereotipo della ragazzetta bruttina e insignificante che però nasconde qualità di mirabile pregio ne ho fin sopra i capelli tra libri e film, però questo libro non mi è piaciuto. "Legge Anna Karenina e filosofeggia su Harry Potter"; basti dire che questi due personaggi verranno nominati sì e no una volta nel libro, di certo senza filosofeggiamenti o chissà che. La figura di questa ragazzina, pur essendo io stessa una ragazza (anche se più grande) mi è risultata antipatica e irritante, così come quella del fratellino "diverso", figura onnipresente e che sembra essere solamente un peso a causa del suo problema. Fine a se stesso, ridondante e nemmeno scritto troppo bene. Non lo consiglio.

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Vittoria
Recensioni: 5/5

La freschezza di Paola, anzi Paoletta, scivola fuori dalla carta stampata a colpire il lettore con una sferzata di grande ottimismo e contagioso, infinito affetto. Affetto per la mia passata adolescenza che sento riflessa in questa ragazzina che si sente inadeguata, ma che inadeguata non è. Il romanzo è divorante, lascia dentro la sensazione di potenza che ha contagiato tutti in quel periodo sempre ricordato con commozione e un pizzico di leggerezza che abbiamo dovuto lasciarci alle spalle. Paoletta regala immagini del suo vivere come fossero fotogrammi in tempo reale, ho la sensazione di assistere ad un film guardato attraverso le parole scritte. La Romagnolo è regista perfetta delle donne e degli uomini dei suoi romanzi. E vorrei dire che Buttita è un giardiniere in via di estinzione, purtroppo.

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Voce della critica

  Si dice che ogni storia ha, o almeno dovrebbe avere, una sua voce, uno stile e una forma che meglio si prestano a raccontarla. Dopo aver temprato la penna nel giallo dell'Amante di città e affrontato il grande romanzo familiare con il passo sicuro della Masnà, Raffaella Romagnolo ha deciso di cambiare registro, voce e storia offrendoci un tuffo nel presente. Anche questa volta il punto di vista privilegiato è quello di una donna: un'adorabile e timida sedicenne, affetta da bulimia e da un ostinato, lucido quanto spassoso senso della realtà. Il suo nome è Paola de Giorgi, ma tutti la chiamano Paoletta. Legge molto, Paola, da Anna Karenina a Harry Potter: i libri sono i suoi compagni fedeli, attraverso cui guarda e capisce il mondo. Ma soprattutto scrive. Scrive un diario, con carta e penna, perché il suo profilo Facebook viene aggiornato il minimo indispensabile, giusto per non dare nell'occhio. Diretto a lettori immaginari e inesistenti, il diario di Paoletta è il libro che leggiamo. Un diario in cui Paola racconta della sua diversità e di come il suo mondo e la sua famiglia sono stati travolti da uno scandalo. Le pagine che Paola scrive sono rivolte a noi lettori che, come la sua amica Carmen, esistiamo solo nella sua mente. Già nel "patto" tra autore e lettore Tutta questa vita si propone quindi, con ironia, come un gioco serio sull'arte di essere adolescenti, sulla possibilità di "leggere" il mondo, la vita, anche grazie a un libro. Paoletta non legge Moccia e Fabio Volo, per questo i suoi pensieri, le vicende che travolgono la sua famiglia, il senso della diversità con cui è costretta a fare i conti sono raccontati con un altro stile e un'altra lingua. Il suo riferimento è Salinger e, come l'"infanzia schifa" raccontata da Holden Caulfield, i pensieri di Paola tengono i lettori, immaginari o no, attaccati alla pagina. Così è successo al recensore che, a rigor di logica, non dovrebbe neppure esistere. Un recensore che ha particolarmente apprezzato la costruzione del romanzo, il suo ritmo reso sincopato e intrigante dal susseguirsi delle digressioni (vera passione di Paoletta e di tutti i grandi scrittori), il fitto susseguirsi dei rimandi alla letteratura, al cinema, alla musica. Ma i ferri del mestiere sono abilmente nascosti e la voce che Romagnolo presta a Paoletta è quella di un'adolescente di oggi, che non indugia in giovanilismi stereotipati, che parla del suo mondo privato, condiviso solo il fratello Riccardo, detto Sfi'. Anche Riccardo è un "diverso": gravemente disabile dalla nascita, si muove su una carrozzella e parla con difficoltà. Per Paola è più di un fratello, è un saggio consigliere, un inseparabile compagno di avventure. Anche se lo chiama Sfi', come Sfigato, Paoletta nutre per lui un amore senza condizioni. Tutta questa vita è la storia di questi due fratelli, due esistenze toccate dalla diversità come da una grazia particolare, che permette loro di arrivare al senso delle cose prima e meglio degli altri componenti della ricca famiglia di cui fanno parte. Ogni pomeriggio i due escono per una passeggiata, ordinata dalla madre per far dimagrire Paoletta. Disobbedendo agli ordini, dopo aver comprato patatine e schifezze varie Paola spinge la sedia a rotelle di Richi verso le Margherite, un complesso di case popolari costruite dal loro nonno materno. Attorno a questo quartiere popolare si svolge la vicenda: orgoglio del nonno (che non ha altro nome se non quello di "Dottore") e fonte della fortuna di famiglia Costa-de Giorgi, la costruzione di quei palazzi ha segnato un inspiegabile e misterioso trauma per la madre, un mistero di cui Paola non sa nulla e di cui nessuno in famiglia vuole parlare. Alle Margherite Paola incontra Antonio, il primo ragazzo capace di farla sentire desiderabile, mentre Richi trova finalmente un amico con il quale giocare a scacchi. Altro della trama non è opportuno dire, se non che la costruzione delle Margherite è centrale nella vicenda e che c'è qualcosa sotto al silenzio della madre e del padre. Il padre e il mitico nonno defunto sono uomini sfuggenti e irresponsabili, un po' come i personaggi maschili che avevamo trovato nella Masnà. Questi uomini deludenti sono però riscattati da personaggi popolari come Antonio Ferrari, figlio di un operaio, e Pietrangelo Buttita, giardiniere "terrone" che ha amato per tutta la vita la nonna di Paoletta. Messi a confronto, sembra che i rapporti più profondi siano quelli che superano il divario sociale, che passano il confine tra le periferie popolari e l'isola felice e ricca in cui è rinchiusa la diversità di Paola e Riccardo. Ironico e profondo, Tutta questa vita è un libro fulmineo, con il quale Romagnolo prosegue, con intelligenza e sensibilità, il suo personale scandaglio dell'animo femminile, ma è anche, sotto le mentite spoglie di un romanzo adolescenziale, uno sguardo accorato in quelle brutte faccende che sono la storia e la società del nostro malconcio paese.   Stefano Moretti  

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La recensione di IBS

A sedici anni tutto è da scoprire, la vita è ancora intera, possibile, e il futuro un'opportunità. Così anche per Paoletta, che però di avere "tutta la vita davanti" non è affatto entusiasta. Forse perché odia le frasi fatte o semplicemente perché è diversa dalle altre ragazze: detesta Facebook, legge "Anna Karenina" e allo shopping con le amiche preferisce le passeggiate silenziose con il fratello minore, Richi. O forse è proprio lui a renderla diversa: Richi ha dodici anni, le gambe così fragili da reggere solo pochi passi strascicati, e una vita complicata davanti. Insieme a lui Paoletta attraversa il confine che divide lo splendido giardino di casa loro dalle Margherite, il quartiere popolare, dove gli appartamenti sono modesti, le giostrine arrugginite, e dove c'è Antonio, anche lui, a modo suo, diverso. L'unico che sa leggerle dentro e che l'aiuterà, almeno per una volta, a lasciarsi trovare.

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Conosci l'autore

Raffaella Romagnolo è nata a Casale Monferrato nel 1971 e vive a Rocca Grimalda. Ha pubblicato L’amante di città (Frilli, 2007), La masnà (Piemme, 2012), Tutta questa vita (Piemme, 2013) e La figlia sbagliata (Frassinelli, 2015, candidato Premio Strega 2016, Premio Società Lucchese dei Lettori 2016). Nel 2018 ha pubblicato invece Destino. Una storia italiana del Novecento (Rizzoli). Seguono Di luce propria (Mondadori, 2020), Il cedro del Libano (Aboca, 2023) vincitore del Premio Campiello Natura, e Aggiustare l'universo (Mondadori, 2023), entrato nella dozzina finalista del Premio Strega 2024.

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