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Siete pazzi a mangiarlo! - Christophe Brusset - copertina
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Siete pazzi a mangiarlo!

Descrizione



Miele senza miele, confettura di fragole senza fragole, gamberetti gonfiati ad acqua, tè verde bio impregnato di pesticidi, prodotti tipici locali made in Cina... La confessione-denuncia di un insider delle multinazionali del cibo.

Un vasetto di miele su due in commercio è di origine straniera, il più delle volte cinese, e spesso non ha visto neppure un'ape, Additivi e sostanze chimiche che non compaiono, legalmente, tra gli ingredienti. Alimenti conservati in confezioni di cartone o plastica riciclati altamente nocivi. Date di scadenza allungate ad arte. Cibi che contengono diserbanti, coloranti nocivi, sporcizie varie, a volte perfino escrementi. Sughi e prodotti con carne di manzo che però all'origine era cavallo. Nonostante il livello di attenzione a ciò che mettiamo nel piatto sia oggi piuttosto alto, i pericoli a cui siamo esposti quando facciamo la spesa sono sempre in agguato. L'industria alimentare è un Far West in cui l'imperativo è: smerciare qualsiasi tipo di prodotto o materia prima, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, ottenendo il maggior margine di guadagno possibile. Nessuno come Christophe Brusset, ingegnere che ha lavorato per anni ai massimi livelli delle principali multinazionali del cibo, può svelare i meccanismi allucinanti dell'industria alimentare, dopo esserne stato testimone e complice. Svela i lunghi viaggi delle materie prime da una frontiera all'altra, racconta quali procedure e trucchi si nascondono dietro i prodotti che troviamo sugli scaffali, e ci fa capire che per mantenere le superofferte che tutti rincorriamo, i grandi supermercati costringono i produttori ad abbassare la qualità.
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Dettagli

2016
11 ottobre 2016
227 p., Brossura
9788856656404
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Indice


Indice

Prologo. Consumatori, siete voi che avete il potere!

I. Benvenuti nel meraviglioso mondo dell'agroalimentare
II. Il pericolo giallo!
III. Prendete in giro il... gonzumatore
IV. Occhio non vede, peso non duole
V. Una tempesta in un bicchier di latte!
VI. Il mio amico Additivo
VII. C'è odore di bruciato nel regno dei salami
VIII. Le confezioni pericolose
IX. Ridipingere la vita in rosa
X. Indovina l'età!
XI. A brigante, brigante e mezzo
XII. Case per i Puffi
XIII. Storielle piccanti con cacca
XIV. Rosso come un pomodoro?
XV. Il paese dove scorrono latte alla melammina e miele adulterato
XVI. Sulle tracce del pepe esausto
XVII. Un peperoncino troppo rosso per essere onesto
XVIII. L'invasione delle coccinelle
XIX. Erba da sballo... per la pizza
XX. Lo zafferano, regina delle spezie
XXI. Ci prendiamo cura delle vostre cipolle
XXII. È passato di qui, ripasserà di là
XXIII. Trecento tonnellate di pes-tè-cidi
XXIV. Liscio come il Vormishung! XXV. Caccia allo spreco in versione industriale
XXVI. La lucrosa tecnica del glazing
XXVII. Marmellata di fragole senza fragole!
XXVIII. Delocalizzazioni: la legge della giungla
XXIX. Supermercati: alleati del vostro potere d'acquisto?
XXX. Colpevoli, ma non responsabili

Epilogo. Piccola guida di sopravvivenza al supermercato
Ringraziamenti

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B.B.
Recensioni: 3/5

Libro illuminante sul cibo. L'autore ha lavorato nell'industria agroalimentare come dirigente e descrive una realtà prevalentemente francese. Le informazioni che fornisce giovano a prendere consapevolezza di un mercato tutt'altro che trasparente.

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Samanta
Recensioni: 5/5

Un libro scioccante. scritto bene. da leggere

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francesca
Recensioni: 5/5

Scioccante anche se non sorprendente. da consumatrice attenta conoscevo alcuni retroscena ma mai avrei immaginato a che punto il consumatore potesse essere in balia di produttori/venditori senza scrupoli. Assolutamente da leggere.

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Recensioni

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Voce della critica

Cosa c'è sulla punta della forchetta?

Stefano Liberti, nei Signori del cibo, iniziava la sua analisi dell’industria alimentare globale dai 700 milioni di suini allevati in Cina e ogni anno mangiati da un miliardo e trecento milioni di cinesi. Christophe Brusset affronta l’altra faccia della globalizzazione, il vasto traffico in Cina di maiali trattati con clenbuterolo che porta nel novembre 2011 alla condanna di un centinaio di persone «tra cui una alla pena capitale» e lo smantellamento, nel marzo 2013, della mafia del maiale nella regione di Shanghai, che smerciava carne di animali morti di malattia. Proprio dal «pericolo giallo» Brusset, dirigente di alto livello nel settore agroalimentare francese, inizia la sua inchiesta sulla produzione industriale e sul supermercato degli alimenti. Non c’è alimento che prima o poi sfugga a tale megaindustria, e l’editore italiano evidenzia «il concentrato di pomodoro (i cui arrivi dalla Cina sono aumentati del 379% nel 2015 per un totale di 67 milioni di chili)». Pomodoro? Diciamo piuttosto un concentrato prevedibile solo nel prezzo, del 20% inferiore e di qualità variabile, con partite marce da barattare e recuperare o eliminare. Brusset si reca nello Xinjiang, a Urumqi capitale della regione del pomodoro, visita uno stabilimento «interamente pilotato tramite computer e con attrezzatura italiana Rossi e Catelli», tutte fabbriche che «sono state equipaggiate da industriali italiani che si fanno pagare in concentrato, una specie di moderno baratto che conviene a tutti». Discussione all’ultimo centesimo sulla partita marcia, compensata dall’acquisto di altre per 1000 tonnellate, sino ad arrivare a un accordo. Strette di mano e saluti. All’uscita una fila di trenta, quaranta camion, con cassoni di pomodori freschi che fermentano nell’attesa. Conclusione di Brusset: «adesso so da dove viene il mio concentrato marrone di pomodori marci».

È un caso fra tanti, di salami, di pepe, di miele, di marmellate di fragole senza fragole, che coinvolge le importazioni dall’Asia, India o Vietnam, il riciclaggio europeo dei prodotti, i trattamenti industriali e la loro ricertificazione. Storia di truffe ? Per nulla, perché tutto deve essere in regola ed esibibile agli organismi di controllo. Ed è così che l’origano turco, il kekik (5 euro al chilo) diventa una miscela con il sommacco (2 euro al chilo), e il tutto infiorerà la pizza. Prima il prezzo, poi il prodotto e infine la qualità. Se Stefano Liberti osserva dall’alto l’industria alimentare che distrugge il pianeta, Christophe Brusset la vede dall’interno: giochi al ribasso e additivi al rialzo, con lo stesso risultato. Lo zafferano, la spezia più costosa, viene contraffatto – in Marocco – con i petali di cartamo, con fibre vegetali o con il bianco di zafferano ricolorato (solo la parte rossa dei filamenti è zafferano, mentre la loro base bianca non merita tale appellativo). Evitare dunque, quello in polvere e attenzione ai filamenti! Ma l’abbiamo inventata noi, questa truffa? Non esattamente. Busset non lo ricorda ma «safranier», da «safran», sin dal XVI secolo si diceva, in Francia, del truffatore e del bancarottiere. Il commercio e l’industria delle spezie porta con sé questa eredità e non se ne libera, anzi ne perfeziona gli esiti, confezionandole in bustine e barattolini accattivanti, suggestionando il compratore con colori e idee di profumi. L’imbonitore sensoriale non bisogna cercarlo lontano, basta spingere il carrello in un qualsiasi supermercato.

Il gioco del prezzo al ribasso – ribasso della qualità – ha proprio lì la sua borsa dei valori. Busset dà dieci consigli: controllare le origini, evitare le superpromozioni, privilegiare le grandi marche, evitare polveri e puree, ricontrollare tutto ecc. ecc. Uffa, ma quando finirà questa spesa, dopo aver letto etichette su etichette, date di scadenza e marchi? Mai, perché il supermercato accende e spegne continuamente l’immaginazione e lascia aperto il dubbio, anche se è facile liberarsene cedendo a una offerta scontata (dietro la quale sta una competizione, anzi una battaglia a colpi di euro, fra chi produce e marca, e chi espone, rimarca e vende).

La nostra storia presente ha origini antiche come lo zafferano. Ma ha pure un impatto certo sul futuro, come quello dei 700 milioni di maiali cinesi. Non è solo una questione di salute e benessere, ma di immaginazione. Perché per rifiutare un supermercato occorrono l’orto, il chilometro zero, i GAS, Slow Food e Terra Madre. Cristophe Brusset fa il bilancio segreto della truffa globale. Per prenderne atto a nostra difesa, dovremo istruirci, essere occhiuti e avere fantasia.

Recensione di Alberto Capatti.

 

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Conosci l'autore

Christophe Brusset

Christophe Brusset ha lavorato per diversi anni nell'industria agroalimentare come dirigente di alto livello per importanti aziende del settore. Tra i suoi libri: Siete pazzi a mangiarlo! (Piemme 2016) e E allora cosa mangio? (Piemme 2019).

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