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Collana di piacevoli racconti horror (ma non splatter). In particolare mi ha colpito la scelta originale delle ambientazioni, Roma e provincia, luoghi natii dell'autrice, e l'ostinata ricerca di una nemesi, spesso a sfondo panteista come nei racconti del gatto nero.
Di questo libro scorrevole e ben scritto mi ha colpito in modo particolare una frase presente nel racconto "Il Mostro". Questa frase, apparentemente scontata, è la chiave di lettura dell'intero libro: "La paura è un meccanismo primordiale che serve a salvarci da situazioni che altrimenti metterebbero a rischio la nostra esistenza. E' nostra amica...". In un tempo in cui sembra che tutti vogliano sfidare la sorte, accantonando la paura come se fosse cosa da bambini o da codardi, ecco che questo semplice insegnamento, appreso ad una lezione di Scienze dalla protagonista del racconto, si rivela essere di fondamentale importanza. Infatti le permetterà di sopravvivere, organizzando (con coscienza e un po' di sadismo) una trappola al mostro che da anni la perseguita soprattutto a livello della sua psiche come vera ossessione. Infine che dire dei "Racconti del Gatto Nero"? Pillole di paura e raccapriccio! In fondo in fondo scopriamo che sono molto "vicine" alla nostra vita. Esse ci appartengono quando leggiamo gli avvenimenti di cronaca nera dai giornali e quando realizziamo che disgraziatamente, le stesse cose, potrebbero capitare proprio a noi in qualunque momento!
Ho conosciuto personalmente Aurora, alla fiera del libro di Roma, e devo dire a onor di cronaca che mi è piaciuta fin da subito. Entrambe non più ragazzine, ma ancora fanciulle nell'anima, e con una gran voglia di esternare quella fantasia che come una finestra aperta, ti fa respirare e andare avanti ogni giorno. Ho appena terminato di leggere la sua opera prima "Onirica", e proprio come avviene nei sogni, o meglio nei peggiori incubi in questo caso, lei esterna e scrive i suoi racconti nel modo e nella maniera con i quali si racconterebbero alla prima persona che ci capita sottomano al nostro risveglio; a volte usando maggiori particolari, quando il sogno ci è rimasto più impresso, a volte meno, quando la memoria è più offuscata, lasciando però al lettore il compito di immedesimarsi e aggiungere particolari alla storia che maggiormente ci sono affini. Ma la cosa che mi ha colpita nei suoi racconti, tranne qualche eccezione, è la ricerca e il desiderio di una giustizia, a volte umana, come nel racconto il "Mostro", a volte divina, come nel "I racconti del gatto nero", che fosse mirata e immediata, nel punire e ripulire quelle ombre oscure dell'animo umano. Alla fine di tutto, l'horror diventa quasi un piacere intimo, e a ogni punizione meritata, viene quasi voglia di dire brava così si fa.
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