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A viso aperto. Capire e gestire timidezza, fobia sociale e introversione - Nicola Ghezzani - copertina
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A viso aperto. Capire e gestire timidezza, fobia sociale e introversione - Nicola Ghezzani - copertina
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Descrizione


La timidezza, detta anche, al suo grado massimo di manifestazione, fobia sociale, è un tratto caratteriale sempre più epidemico e diffuso, in netta controtendenza rispetto ai correnti valori sociali di brillantezza e estroversione. Molti sono i sintomi che la caratterizzano: la paura di trovarsi in situazioni sociali e di essere osservati mentre si sta facendo qualcosa di impegnativo, come parlare in pubblico, sostenere un esame, esprimere una competenza professionale; ma anche di innocuo, come argomentare in un gruppo di amici o anche con una singola persona. In essenza, nella fobia sociale siamo preoccupati di apparire confusi e imbarazzati e allo stesso tempo insidiati dalla possibilità di una perdita di controllo tale da rivelare la nostra "verità" nascosta, quella d'essere individui negativi: cioè ansiosi, inetti, stupidi e dunque deboli o magari anche strani, bizzarri, pazzi, disonesti, anormali... È come se la pressione sociale implicasse il terrore del giudizio e allo stesso tempo l'impulso incontrollato allo svelamento di aspetti della nostra identità tenuti altrimenti celati non solo agli altri ma anche a noi stessi. In questo libro, Nicola Ghezzani, psicoterapeuta e scrittore, dà della timidezza e della fobia sociale la descrizione più viva e profonda che ne sia stata data negli ultimi anni; e mostra in che modo essa possa essere capita, gestita e, dove sia il caso, superata.
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Dettagli

2015
30 settembre 2015
128 p., Brossura
9788856813777
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Indice

La paura degli altri. La timidezza come carattere e come patologia
(Lorenzo: un'insidiosa fobia sociale; Antonella: L'angoscia di prestazione; Timidezza: un'ambigua opposizione; A viso aperto. La strategia del rischio ponderato)
Il "fuori" e il "dentro" della psiche. Scene di vita personale
(Superman. Un vecchio sogno; Divagazione psicodinamica; Il demone di Clark Kent; Io, l'escluso...; Primi amori, primi dolori)
Il timido, il fobico, l'introverso
(Una questione di termini;Introversione; La difesa schizoide; La giusta misura)
Cos'è la fobia sociale
(La fobia sociale: ricognizione del concetto; La paura da aggressione: uno schema arcaico; I sintomi)
Luoghi della solitudine
(La condanna sociale; La piega del piacere. La masturbazione; Luoghi della solitudine)
Lo specchio di Narciso. L'immagine interna e l'immagine sociale
(Il fuoco diafano della fantasia. Storia di Ines; L'immagine interna negativa; La terza persona e l'immagine oggettiva; Lo specchio; Il conflitto delle immagini)
La vergogna
(L'io antitetico; La vergogna; Il pregiudizio di indipendenza e l'angoscia di esclusione)
Pratiche di liberazione. La soggettivazione del rimorso
(Liberarsi dalla colpa; Dialettica del sé. Pratiche di liberazione)
Una timidezza eversiva. Storia di Gianna
(Il peso del destino; La psicoterapia. Verso un nuovo destino; Il dubbio morale del timido; Fasi del processo terapeutico)
La timidezza di Socrate
(La timidezza di Socrate; La strategia del rischio ponderato. Analisi dei sentimenti e veridizione; Tra Socrate e Leonardo. L'arte della mediazione)
Bibliografia
Appendice-Neurobiologia della timidezza.

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vitaliano bacchi
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Opera magistrale di questo teorico di scuola fenomenologico-esistenziale della psicopatologia sociale, ambito in cui prosegue e arricchisce i contributi fondamentali di Laing, ponendosi certamente nel firmamento della leadership epistemologica internazionale di rango fenomenologico (Beck, Searles, Perry, Resnick, Shapiro). La teoria di Ghezzani ha il suo principale impiego, oltre che in psicopatologia, in criminologia e teoria giudiziaria ambito in cui la sua teoria della mistificazione (l'assioma della teoria schizoide di Laing) costituisce uno strumento decisivo di semeiotica criminale, tanto che meriterebbe di integrare il testo istituzionale di diritto penale criminale nella bibliografia universitaria obbligatoria. La sua analisi delle strategie e modalità della mistificazione interpersonale, assiomaticamente declinata sulla teoria del falso sè come strategia difensiva originaria, ottiene un risultato nuovo in semeiotica criminale:isola e descrive le due diverse modalità mistificatorie dell'ansia sociale e della intelligenza criminale. Nuovo perchè la valutazione giudiziaria classica sul punto si ferma al dolo, anche se lo declina in specie variamente intensive, ma non esistono teorie diverse dalla sua che determinino un viatico specifico di distintizione fra le due classi intenzionali rilevanti e decisive per il classamento criminale centrale dell'art. 108 cp. Due i contributi centrali dell'opera: l'analisi della strategia mistificatoria patologica e la strategia del rischio ponderato, certamente il suo capolavoro, qui. Perchè anzitutto indica esattamente il recupero in senso integrativo sociale del falso sè e la sua rivendicazione e riproposizione razionale postulandone la sua funzione di affermazione sociale e non di vergogna occulta e che la teoria sia esatta lo prova la performance del terrorista classico: il rimosso è recuperato per la vendetta e la rivoluzione, mentre il "guarito" di Ghezzani lo ha recuperato non per la rivoluzione ma per una prassi sociale integrativa e non più ansiosa.

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