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Pietro Cesare Marani è oggi in assoluto il maggior esperto di Leonardo. Questo piccolo libro racconta la storia dei due allievi molto vicini e presenti a Leonardo. Francesco Melzi e Giacomo Caprotti detto Salaì (un demonio). Quest'ultimo arriva alla bottega del maestro appena decenne e lo seguirà fino alla morte, finendo, lui stesso, ammazzato in una rissa, poco dopo. Francesco Melzi arriva alla bottega a 17 anni nel 1510 quando Salaì ha già 30 anni. Alla morte del maestro in Amboise (1519) i due avranno rispettivamente 26 e 39 anni. Pur nella notevole distanza d'anni si ritiene che i due, per il carattere soprattutto, si sopportassero appena. Ora l'autore racconta come Francesco Melzi abbia avuto un tardivo ripensamento sulle qualità, e tutto sommato sulla "bontà" del collega verso di lui. Qui le conoscenze estremamente precise di Marani si fondono con le parti romanzate, al punto da intrecciarsi tanto da non distinguerle, se noi dai più esperti. Un punto però dove l'autore inciampa sono appunto le calze rosa con i "suoi fornimenti", costate carissime, nella piazza di Venezia o di Firenze, oggetto probabile di un regalo del maestro a Salaì. Ecco, non possono essere state di seta né vere e proprie calze come le intendiamo oggi. Agli inizi del Cinquecento i giovani usavano delle calzebraghe molto attillate (di lana) sopra le quali indossavano un giubbetto molto stretto (giupone) ― quasi come ora. Il problema nasceva proprio allora per lo sportello necessario sul davanti che diede origine alla ben nota braghetta. "Fornimento" più che necessario oltre che ostentato e costoso. Ma queste cose dovremmo chiederle al ventenne Salaì più che al professore.
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