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Anno edizione: 2012
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Ho amato e amo ancora Camilleri come scrittore, ma questa non è certamente la sua opera migliore, anzi. Forse non l’ho apprezzata io, forse la storia non mi ha catturato, anche se la scrittura è sempre buona.
non l'ho ancora letto, ma a prima vista sembra molto interessante
Dettagliata ricostruzione della misteriosa vita di Edoardo Persico, condita da mille interrogativi e da nessuna risposta se non in forma romanzata. Camilleri sforna un "saggio fiction" che ha il merito di far conoscere la figura contraddittoria di questo critico d'arte napoletano vissuto 36 anni a cavallo del fascismo e che susciterà l'interesse in coloro che di arte ed architettura si occupano. Negli altri credo possa destare solo un po' di curiosità. Sostanzialmente noioso!
Recensioni
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11 gennaio 1936.
Un uomo viene trovato morto nel bagno del suo appartamento.
Il suo volto cadavere viene ritratto da tre pittori, che lo raffigurano in modo differente.
È solo il vicolo cieco finale del labirinto dell'esistenza di Edoardo Persico, figura ambigua, protagonista culturale dimenticato di un'epoca di per sé poco limpida. Gli assassini sono agenti dell'Ovra, la polizia segreta per la repressione dell'antifascismo? si tratta di un delitto passionale il cui responsabile andrebbe ricercato tra le "amicizie particolari" che pare Persico frequentasse sebbene spostato e con figli? forse è un suicidio? oppure un semplice infarto?
Leggendo e rileggendo carte, documenti, testimonianze, successive ricostruzioni storiche, Camilleri tratteggia il contorno di una figura quanto meno misteriosa, inafferrabile, con lati segreti e poco documentati. Ambiguità, falsità, menzogne, un successo improvviso dopo una partenza modesta.
Un personaggio di riferimento per il mondo dell'architettura malgrado la sua scarsa attività in quest'ambito - addirittura condirettore con l'architetto Giuseppe Pagano della rivista Casabella -, perché? Viaggi e arresti frutto della sua fantasia, strumenti per coprire altre attività? oppure incarichi così segreti da non lasciare alcuna documentazione né prova della loro esistenza? Impegni diplomatici nei primi anni Venti o millantato credito? Incarichi ufficiali a Mosca nel 1924 per conto del governo?
Dopo una prima parte importante, in cui lo scrittore siciliano ricostruisce i fatti (reticenti e incompleti) così come è stato possibile fare, segue una seconda parte in cui la sua immaginazione, sulla base della realtà, ricostruisce una storia credibile - un noir verità - che risponde a tutti i quesiti sospesi e cattura il lettore.
Edoardo Persico che legge - Carlo Levi, 1928 (Torino GAM)
"A Torino è diventato molto amico del pittore Carlo Levi, antifascista dichiarato e si sussurra in rapporto col gruppo di 'Giustizia e Libertà'."
Spunta tra le pagine l'ormai rarissimo Camilleri non vernacolare: nulla di siciliano in queste frasi e in questa storia.
Si avvicendano grandi nomi della cultura di quei decenni: Anna Maria Mazzucchelli, segretaria di redazione a Casabella e moglie di Giulio Carlo Argan, Riccardo Mariani, Bruno Zevi, Peirce, Aligi Sassu, Carlo Levi, Gobetti... a ognuno Camilleri attribuisce un ruolo.
Perché anche molti anni dopo la caduta del fascismo, quando teoricamente nessuno avrebbe dovuto più temere persecuzioni o ritorsioni dicendo apertamente quello che sapeva sulle circostanze della morte di Persico, i protagonisti di quella storia si tennero nel vago? "Forse perché l'omicidio, se omicidio vi fu, non venne commesso dalla polizia politica? E chi sparse la voce che era stata la polizia lo fece perché era veramente convinto che le cose fossero andate così o lo disse per depistare, per coprire i veri autori dell'omicidio?"
A cura di Wuz.it
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