L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Il “salto filosofico” tra l’Estetica della ricezione e la sua attualizzazione sottoforma di ciò che si è inteso chiamare “estetizzazione del quotidiano” è affidato, seppur provvisoriamente, al concetto di art design, in sé affatto controverso ma, si ritiene, sufficientemente attuale, puntuale e descrittivo. Partendo dalla considerazione secondo la quale le Avanguardie sono nate in contrapposizione all’Estetismo e hanno ascritto al proprio ambito la tendenza scientifica a “scomporre per capire”, si è giunti alla conclusione che tale processo abbia dato vita a forme artistiche sempre più specializzate, parziali e “decifrabili per necessità”. Ma abbandonare il piacere per la comprensione razionale presupponeva un eudemonismo che, tra le sue vittime sacrificali, contò la connessione tra arte e vita. Una volta percorso il cammino della scomposizione razionale delle varie parti dell’opera, non è stato più possibile ricomporre l’unitarietà iniziale e quindi recuperare il senso di pacificazione individuato, ai tempi, nel concetto di grande stile. Tuttavia è possibile ipotizzare una lettura positiva di tale scomposizione: una lettura catartica in virtù della quale l’arte può tornare ciclicamente al proprio ruolo vitale e comunicante, proprio perché purificata dallo sforzo analitico da tutti gli elementi di impurità e dalle incrostazioni che, nel corso dei secoli, ne hanno indebolito il nucleo originario. In ultima istanza, la soluzione per fuoriuscire dal problema kantiano dell’esemplarità teorica di una forma che è invece vivente, e come tale refrattaria al teorema, potrebbe consistere nel ricondurre l’arte all’interno del flusso della volontà e della vita, e solo così, contestualizzandola, concederle di farsi-da-parte in senso compiuto come l’Estetismo intuì, e di ricreare così quelle divisioni e quelle incomprensibili diversità senza le quali non vi è altro destino per la forma, se non la dispersione.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore