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Libricino squisitissimo. Molto consigliato... a chi possa apprezzarlo!
L'editore Mimesis ripropone (in una collana tutta dedicata al silenzio) questo breve e prezioso saggio del Professor Carlo Sini, già pubblicato da Mondadori nel 2006. Una lunga meditazione, ma resa in termini quasi colloquiali, e senz'altro ispirati, sulla natura del silenzio, che è "l'intorno e l'intervallo...è prima di ogni cosa, però è anche tra le cose: le separa... impercettibile intervallo al mutare di ogni stato di cose". Silenzio che può maturare nell'assenza e nel vuoto, o come opposizione, contrasto, sottolineatura della parola. Quindi la riflessione filosofica deve partire proprio da qui, dalla nostra capacità/possibilità di espressione, dal linguaggio: "La parola rompe il silenzio. Ma lo fa anche apparire." E quanti sono i silenzi che ci circondano: il silenzio dell'ignorante e dell'ignorato, il silenzio dell'animale, dell'infante, della nuvola, che "sono quello che sono e sanno fare quello che fanno senza bisogno di parlarne". Il silenzio di Dio, che non preoccupa né l'ateo né il credente convinto, ma turba chi si interroga sul suo "imponente, onnipresente, esorbitante riserbo", forse giustificabile solo come salvaguardia della nostra libertà. Quel silenzio che rende "irriducibile ogni domanda, inconsistente ogni risposta, imprevedibile il futuro, irrevocabile il passato, col suo bene e col suo male, decisiva, emozionante e inquietante la croce del presente...". La scrittura del filosofo diventa in queste righe intensa e profetica, quasi a farsi "coscienza desta della vita...giusta eco del silenzio del mondo...aspirazione silenziosa che vive nell'esperienza di tutti": perché "la virtù prima del filosofo non è la parola, bensì l'ascolto, non è la ragione espressa, ma la domanda silenziosa." Che il linguaggio salvi, esprima la sua carità. Altrimenti, come scriveva Wittgenstein, meglio che taccia.
Il silenzio come significato, ordine, profondità, divenire. Delicato e colto.
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