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Palloni politici. Una storia dei mondiali di calcio 1930-2010 - Davide Rossi - copertina
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Palloni politici. Una storia dei mondiali di calcio 1930-2010 - Davide Rossi - copertina
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Descrizione


"Palloni politici" è la storia di partite imprevedibili, di slanci generosi, di subdole macchinazioni, di pesanti intromissioni, di uomini purtroppo dimenticati, seppure di grande umanità. Davide Rossi racconta chi ha avuto coraggio e chi non ne ha avuto, chi amava giocare senza guardare il mondo fuori dallo stadio e chi si sentiva prima cittadino e poi calciatore. Ecco allora una breve storia dei mondiali di calcio, non "la" storia dei mondiali, ma un racconto che confonde volutamente fatti politici, imprese sportive, considerazioni tecniche e tattiche. In queste pagine si incontra un terribile allenatore nazista, un capitano che lascia la nazionale argentina per non stringere la mano ai generali golpisti, un marocchino nel '58 e un mozambicano nel '66 che diventano capocannonieri dei mondiali, anche se la prima squadra africana si qualificherà solo nel 1970, dopo la fuggevole apparizione dell'Egitto nel 1934. E ancora, l'imbarazzo degli azzurri che giocano nel 1969 una partita eliminatoria con una squadra che "non esiste", perché il governo italiano non riconosce quella nazione, dittatori che vogliono vincere a tutti i costi e presidenti come Nelson Mandela, che riconoscono nello sport la capacità di promuovere valori universali e positivi. Pier Paolo Pasolini ricordava che, nonostante tutto, il calcio è l'ultima rappresentazione sacra, l'ultimo rito collettivo. I mondiali di calcio confondono da sempre sport e politica... Introduzione di Emilio Sabatino.
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Dettagli

2014
18 giugno 2014
107 p., ill. , Brossura
9788857523187

Valutazioni e recensioni

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Peccato. Peccato perchè l'impianto generale del libro è ottimo; l'autore ti porta all'interno di una storia infinita, fatta di calcio ma non solo e ti fa rivivere i momenti più belli e affascinanti della lunga storia dei Mondiali. Peccato perchè il quadro che, alla fine, ne esce sia ben poco condivisibile: è difficile (anzi impossibile) dividere il globo in una maniera così drasticamente manichea. E' difficile (anzi impossibile) dover pensare che una parte del mondo sia crudelmente cattiva mentre al di là di quell'ideale "cortina" si sia realizzato il paradiso in terra. E' impossibile (non solo difficile) credere che le vittorie "occidentali" siano tutte permeate di squallidi sotterfugi mentre al di là vivono gli atleti perfetti. Forse accennare al fatto che le varie Ungheria, Urss, Cechia spopolavano alle Olimpiadi perchè imbottite di falsi dilettanti; oppure che il sospetto del doping tedesco ai Mondiali del 1954 diventa certezza quando si materializza nei campioni e nelle campionesse DDR zeppi di steroidi. La storia, quella vera, ha emesso altri verdetti.

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alessandro
Recensioni: 1/5

L'argomento è interessante ma trattato in modo veramente sconclusionato. La narrazione è cronologica ma sono spesso citati aneddoti e personaggi a sproposito e senza alcun legame fra di loro. Le tendenze politiche dell'autore sono sin troppo evidenti (questo sarebbe anche passabile) ma a tratti è esageratamente parziale e questo inficia gravemente la ricostruzione storica. Ci sono moltissimi refusi (alcuni perdonabili perché si tratta di una piccola casa editrice) ma il testo è anche pieno di errori di grammatica, sintassi e ortografia inaccettabili (le virgole sono letteralmente buttate a caso qua e là), si ha l'impressione che non solo non sia stato letto da un correttore di bozze ma nemmeno riletto dall'autore stesso. Mi spiace, perché sono da sempre un sostenitore della piccola editoria, ma non lo ricomprerei.

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Andrea Penoni
Recensioni: 4/5

Palloni politici è una sequenza quasi cinematografica che riporta su uno schermo ideale lo scorrimento di immagini dell'evento sportivo e popolare che catalizza da sempre l'attenzione planetaria. Su uno schermo parallelo viaggiano gli eventi di una storia che in più occassioni si intreccia con le vicende pallonare. Il racconto che ne deriva, godibile e leggibile tutto d'un fiato, è spesso un continuo intersecarsi di eventi nei quali la passione politica di Davide Rossi emerge in modo indelebile. Una sorta di racconto verbale in cui, aprendo parentesi all'interno di un discorso, che non può avere una fine, ed è in continuo divenire, talvolta si sospende la mera cronaca dell'evento sportivo, perchè il clima politico del periodo, le sensazioni ed i ricordi impongono un approfondimento. Ed allora emergono, o riemergono dalle polveri della storia eventi per i quali, chi condivide passioni politiche, civili, calcistiche e sportive con l'autore ritrova nostalgicamente l'orgoglio di un'appartenenza ad un mondo che per molti versi non esiste più: dall'epico rifiuto dell'allora URSS di affrontare il Cile, della dittatura Pinochetista-Nixoniana che abbatte il governo democraticamente eletto di Allende al mitico Jurgen Sparwasser, giustiziere, con la maglia DDR, della Germania Ovest allora organizzatrice del mondiale del 1974. Un gol che ancora oggi vuol dire molto di più del semplice gesto di gettare una sfera oltre una linea bianca gonfiando una rete. Sullo stesso filo conduttore vi sono gli anni bui delle dittature nazifasciste europee e più tardi sudamericane che imponevano anche nello sport le sopraffazioni che nella vita di tutti i giorni già caratterizzavano il loro agire. Da Mussolni e Hitler dei mondiali '34 e '38 a Videla del vergognoso mondiale argentino del '78 il passo è breve sebbene quasi mezzo secolo separi gli eventi. Condivisibili anche i giudizi tecnici sull'Italia del mondiale sudafricano in cui scelte ingiustificabili caratterizzano l'avventura mondiale.

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