Il giubileo. Una storia

Non sono un credente, credo, presumo che si possa vivere, e morire, dignitosamente e consapevolmente. anche senza una qualsiasi fede. Non nutro eccessiva simpatia o empatia verso il cattolicesimo, anche in virtù di una educazione cattolica, anni sessanta. Mi rendo tuttavia ben conto della sua importanza e della sua influenza storica, politica, sociale, culturale. Potrei sottoscrivere, per certi apsetti, la frase di Croce, "Non possiamo non dirci cristiani", puntando l'acento sulla cristianità, che precede la cattolicità.Questo sin troppo lungo preambolo solo per sottolineare come, dal mio punto di vista, ho considerato molto utile, quasi necessaria, questa lettura. Si tratta di un ottimo testo, di uno storico serio e preparato, che affronta non tanto una storia ( o, per meglio scrivere, non solo una storia..) dei giubilei, ma, dalle origini ebraiche del temine, sino alla loro visione e applicazione, con particolare attenzione verso le interpretazioni e le valenze teologiche che presso ogni pontefice il termine subisce. Osservazioni molto precise e illuminanti, specie per quanto riguarda i Giubilei del secolo che ci ha appena lasciato. Belle le pagine sui giubilei paolini, come la valenza e lo spessore teologico, l'impostazion edottrinale dei gibilei di Giovanni Paolo II, sino a quello, di papa Francesco, del quale l'autore sottolinea la sua peculiarità e novità.