La 3cultura. Da Gütenberg a Zuckerberg, verso un nuovo umanesimo

Il testo si apre a riflessioni e considerazione di sociologia della scienza e di epistemologia, prendendo le mosse da quello che è il contesto culturale di riferimento, definito variamente come modernità liquida (Bauman), contemporaneità di passaggio (Giddens), società complessa (Morin). Si tratta di trasformazioni radicali, che cominciano dal sistema di produzione economica e influenzano i sistemi di produzione culturale, i sistemi sociali, la comprensione dei paradigmi epistemologici, connettendo insieme più piani, al punto che se vi è una certezza è che la comprensione dei meccanismi di questo nuovo spazio d’indagine deve essere necessariamente interdisciplinare, multidimensionale, circolare. E, in tale contesto il compito della sociologia è quello di elaborare un nuovo progetto culturale, adeguato a questo tipo di trasformazione sociale e antropologica, che sia distante dall’influenza positivistica, dalla metodologia delle scienze dure e che sappia adeguatamente elaborare una terza via, al di là del Methodenstreit, che caratterizzava il dualismo epistemologico e la massima disgiunzione disciplinare. Occorre aderire ad una visione del mondo che veda tutti i saperi, sia scientifici sia umanistici, come alleati e per questo si fa avanti la terza cultura: una prospettiva che, oltre a ricercare il dialogo tra i saperi, cerca di approfondire le coordinate e i riferimenti teorici adeguati per permettere un approccio trans e multidisciplinare, in grado di costruire ponti tra le culture e le discipline ed esplorare nuovi orizzonti tematici e valoriali, in grado di modificare l’assetto cognitivo dei soggetti, aperto alla disponibilità di farsi sempre ibridare e di elaborare una nuova ermeneutica per un nuovo umanesimo.