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Come un'isola. Viaggio con Lalla Romano (1906-2006) - Paolo Di Paolo - copertina
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Come un'isola. Viaggio con Lalla Romano (1906-2006)
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Come un'isola. Viaggio con Lalla Romano (1906-2006) - Paolo Di Paolo - copertina
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Descrizione


Questo libro è un diario di viaggio, una dichiarazione d'amore, una doppia lettera d'addio. Un giovane autore, Paolo Di Paolo (già finalista al Premio Calvino e autore di fortunati libri-interviste, tra cui "Ho sognato una stazione", Laterza, con Dacia Maraini) si mette sulle tracce di una scrittrice nata nell'altro secolo. Si chiamava Lalla Romano, e oggi compirebbe cent'anni. Di Paolo sa di avere scoperto nei libri di questa scrittrice una letteratura "crudele" mai in debito con la realtà, capace di affrontarne il magma senza il timore di ustionarsi. Esplorando i luoghi di Lalla Romano (colline, montagne, strade, case), raccoglie le voci di altri scrittori vicini che l'aiutano a orientarsi e con cui appassionatamente dialoga (tra cui La Capria, Siciliano, Debenedetti). Infine, il viaggiatore si accorge via via che sta tornando anche lui. A cosa, ancora non lo sa. Forse ai contorni di un'altra isola sparita, sommersa troppo presto. Però stavolta non ci sono mappe, né libri lasciati in mano al futuro...
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Dettagli

2006
20 novembre 2006
120 p., Brossura
9788860040565

Voce della critica

Un'insegnante più sensibile di altre, che ha disseminato tracce di sé in ogni cosa o persona che ha incrociato; un ragazzo di quindici anni, più inquieto di altri, portatore sano di una smodata attrazione per i luoghi e le storie; una frase lasciata cadere in tono casuale: "Dovresti leggere qualcosa di Lalla Romano…". Il percorso di un'iniziazione – alla letteratura, alla vita – può prendere forma anche così, da un invito che lacera quella cortina opaca che spesso si addensa nelle aule di scuola e nell'interiorità degli adolescenti. Un percorso che ora Paolo Di Paolo, il quindicenne inquieto che la prof affettuosamente chiamava Of Paul, ricostruisce in questo suo libro, attraverso una scrittura affollata di presenze, affamata di emozioni. È un avvenimento traumatico a innescare il desiderio di un viaggio à rebours, di un pellegrinaggio nella propria adolescenza e in quella altrui: la morte di D., la sua amata professoressa di ginnasio. Che cosa c'era dietro i suoi modi pacati, il suo amore per i libri e per i luoghi, la sua passione schermata dalla ritrosia? Mettersi sulle sue tracce, sfogliando i suoi diari, guardando le sue foto significherà ben presto mettersi sulle tracce di se stesso adolescente e su quelle, disseminate in una Torino degli anni venti, di una giovane Lalla che proprio D. gli aveva fatto conoscere.
Così, dislocata su diversi piani temporali che di continuo si intersecano, attraverso la lettura di indizi, il libero gioco di associazioni, gli andirivieni della memoria che si aggira nei luoghi della geografia e dell'invenzione con la stessa concentrata intensità, la narrazione si incarica di ricostruire la mappa sentimentale di queste tre persone – l'io narrante, la prof, Lalla Romano – che hanno incrociato i loro percorsi. Non c'è dunque da stupirsi che in una storia di rimandi e coincidenze come questa, in cui ogni incontro con creature reali e immaginarie assume il valore di un talismano, si faccia un particolare affidamento sulle parole: le nitide musicali parole di Lalla Romano, come distillate da una coltre di silenzio, che lei ha saputo elevare a formula d'arte; quelle della professoressa D., animate da una ritrosa passione che lei ha elevato a formula di vita. Di parole interrogative e penetranti impara a servirsi, in un apprendistato che è insieme di scrittura e di vita, anche l'io narrante. Che le usa come ponti per allacciare luoghi molto diversi tra loro: la piscina che solca a veloci bracciate immaginando di vivere in una vecchia commedia di O'Neill e il Piemonte di colline gentili, portici e sogni della sua prof; il familiare incrocio di strade in cui si consuma la sua inappagata quotidianità di ginnasiale romano e la filosofica geometria di Torino, in cui Lalla Romano ha vissuto – e continua a vivere – la sua "giovinezza inventata".
E quanto le parole possano valere a fondare e nutrire impreviste relazioni, si ribadisce limpidamente nel finale, quando intorno alla figura di Enzo Siciliano, che su Lalla Romano aveva scritto frasi illuminanti, si costruisce un reticolo di rapporti. Tra Siciliano e la prof, che lo vorrebbe invitare a scuola per parlare ai ragazzi di letteratura e di musica; tra Siciliano e Di Paolo, che proprio a lui indirizzerà, qualche anno dopo, il suo primo racconto: un racconto che ha scritto, come un estremo tentativo di restituzione, per D., la sua insegnante morta troppo giovane. Così il cerchio si chiude, e questo viaggio intorno all'isola dell'adolescenza e della letteratura, che ha avuto come nume tutelare Lalla Romano, arriva a destinazione: in attesa, chissà, che altri adolescenti cresciuti al tempo dei blog possano trovarvi la loro personale carta d'imbarco.
  Maria Vittoria Vittori

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Conosci l'autore

Paolo Di Paolo

1983, Roma

Scrittore italiano. Nel 2003 entra in finale al Premio Italo Calvino per l'inedito, con i racconti "Nuovi cieli, nuove carte". Ha pubblicato libri-intervista con scrittori italiani come Antonio Debenedetti, Raffaele La Capria e Dacia Maraini. È autore di Ogni viaggio è un romanzo. Libri, partenze, arrivi (2007), Raccontami la notte in cui sono nato (2008). Ha lavorato anche per la televisione e per il teatro: "Il respiro leggero dell'Abruzzo" (2001), scritto per Franca Valeri; "L'innocenza dei postini", messo in scena al Napoli Teatro Festival Italia 2010. Nel 2011 pubblica Dove eravate tutti (Feltrinelli, vincitore del premio Mondello, Superpremio Vittorini e finalista al premio Zocca Giovani), nel 2012 nella collana di ebook "Zoom" Feltrinelli La miracolosa stranezza di essere...

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