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Straordinario ed esaustivo racconto sulla mitica Babilonia,sulla sua storia,la sua fondazione,la sua religione,il suo apice ed il suo punto più basso. Ma non solo:nel libro viene descritta perfettamente la grande civiltà babilonese che ha dato moltissimo nel campo delle scienze,dall'astronomia alla medicina. Al contrario di ciò che propina la Bibbia,Babilonia e i babilonesi furono un faro di grandezza dell'antichità. Una grandezza ormai perduta,che oggi rimane tra le rovine irachene lasciate in balia degli eventi. Un libro di inestimabile valore.
Babilonia evoca l'idea di una città mitica la cui importanza storica è spesso difficilmente collocabile. Questo libro presenta un percorso storico delle tappe più significative della città: il codice di Hammurabi, la grande Babilonia di Nabucodonosor, l'arte, la scienza e la vita quotidiana. Ricco di particolari e sempre ben documentato, porta il lettore a immaginare pienamente come era la vita nell'antica capitale, la più antica città multietnica. Il mito della torre di Babele e della confusione delle lingue viene analizzato in chiave completamente diversa dove Babilonia assume il simbolo della città tollerante in cui popoli diversi convivono e condividono il sapere. A questo punto segue un'accurata analisi di come la cultura babilonese sia all'origine dei miti e delle religioni successive: il monoteismo, il Dio onnipotente e misericordioso, la creazione del cielo e della terra e il giardino dell'Eden sono tutti elementi già rintracciabili nella tradizione babilonese. Considerata dalla Bibbia la città del male, si rivela essere la culla della tradizione dell'Ebraismo, del Cristianesimo e dell'Islam. Il libro si conclude con uno sguardo a qual è lo stato delle rovine di Babilonia e come la cultura islamica attualmente vive questo immenso passato.
Molto bello e completo! Consigliatissimo, soprattutto per chi desidera approfondire l'argomento in questione e non ha conoscenze approfondite di Assiriologia. Lo stile di scrittura è di tipo divulgativo, "saziando" il lettore sull'argomento. E' un vero piacere leggerlo!
Recensioni
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Tanto forte è ancora oggi la valenza simbolica della Torre di Babele, sinonimo di confusione delle lingue e di follia umana, da rendere la sua identificazione storico-archeologica, il suo radicarsi in un determinato contesto culturale, del tutto irrilevante. Malgrado ciò, mai come in questa istanza, la leggenda si è sedimentata nella realtà.
“Babilonia era una coppa d’oro in mano al signore, con la quale egli inebriava tutta la terra”. Così diceva Geremia, a proposito della città dei giardini pensili, del palazzo di Nabucodonosor, della torre all’ombra della quale si parlavano tutte le lingue del mondo.
Ma, già all’epoca, il profeta si sentiva in dovere di precisare che al glorioso passato della città degli dèi non corrispondeva un presente altrettanto fulgido, visto che “… all’improvviso Babilonia è caduta”.
Cos’era successo? Perché, e quando, quel formidabile laboratorio di civiltà si era trasformato in un sinonimo universale di peccato e confusione?
Dev’esser stata una caduta ben brusca, quella di Babilonia, se la sua eco si è propagata fino ai giorni nostri, e il solo evocare quel nome disgraziato ci fa pensare non già ad una culla di civiltà, quanto ad un ricettacolo di perfidie assortite.
Paolo Brusasco, archeologo di vaglia e storico dell’arte del Vicino Oriente, aggiunge un mattone importante all'indagine sopra un edificio culturale antico più di quattromila anni e gravato da molti pregiudizi, per provare a ristabilire un po’ di verità, o almeno concedere il beneficio del dubbio ad una città (con tutto ciò che nel corso della sua storia millenaria ha contenuto) che ha una densità mitica impareggiabile, pur essendo un luogo reale quant’altri mai.
Per dire: chi, trovandosi a Baghdad, imboccasse la grande autostrada che porta a sud costeggiando l’Eufrate, dopo un’oretta circa di marcia si troverebbe di fronte a quel che resta della città degli Dei: un parco di divertimenti costruito a ridosso delle mura della città (una delle sette meraviglie del mondo antico), un hotel ricavato nelle stanze di quello che fu un palazzo di Saddam Hussein (con la possibilità per le giovani coppie irachene più facoltose di passare una luna di miele con vista sulle rovine), la statua mutilata di un leone scolpito nella pietra seicento anni prima di Cristo, a perenne memento delle vittorie e delle conquiste ottenute in ogni ambito del sapere umano dai babilonesi, e oggi deturpato dai proiettili esplosi durante la guerra del 2003.
Riuscire a vedere al di là di un'attualità deprimente e misera, cercando di leggere nelle rovine e nei documenti disponibili cosa dev’essere stata davvero Babilonia nei suoi duemila anni di splendore, non è impresa facile. Brusasco, però, conosce molto bene l’oggetto dei suoi studi, avendo frequentato Babilonia sin dalla fine degli anni Ottanta nel corso di approfonditi e ripetuti sopralluoghi, ed è questa dimestichezza che gli permette di tastare il polso alla situazione attuale, e redigere una diagnosi severa: Babilonia è ridotta malissimo.
Prima di intonare un de profundis per la condizione in cui versano queste vestigia importanti, che sono state disneyficate e saccheggiate, l'autore trova però il modo di passare in rassegna alcuni dei temi che hanno reso persistente nell'immaginario moderno la eco di questa New York del mondo antico, autentica fucina di esperimenti culturali, scientifici, artistici.
Babilonia fu il nucleo pulsante di una civiltà che - a più riprese - riunì sotto la sua egida paesi lontani, nel segno dell'opera potente di sovrani la cui aura mitica è sopravissuta al tempo e ne è anzi risultata accresciuta.
Una panoramica di grande fascino su di una storia eccezionale, come eccezionali sono le vicende che ad essa in molti modi si sono intrecciate nel corso del tempo.
Ripercorrere la storia di Babilonia e del mito che ha pervicacemente nutrito significa anche imparare qualcosa sulle culture che a quella stessa fonte si sono abbeverate, attingendo all’ideale apollineo di bellezza rappresentato dai giardini pensili e finendo poi per condannare il sincretismo di culture e religioni che in quel luogo incantato trovavano asilo. Una lezione fortissima e attuale. Un libro importante.
A cura di Wuz.it
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