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Comprendere cosa nasconda o riveli il volto di una persona, sempre unico e complesso, perennemente agito e trasformato dal tempo e dai sentimenti, è arduo per qualsiasi osservatore esterno. Descriverlo letterariamente nei suoi tratti fisici e nei suoi riflessi interiori - sempre elusivi, spesso fraintesi - può sembrare impossibile, a causa dell'inadeguatezza del linguaggio ad afferrare e a rendere l'enigmaticità di uno sguardo, di un sorriso. L'autrice si propone di esemplificare in che modo un romanziere o un poeta possano rappresentare efficacemente la concretezza di un viso, rendendolo vivo e reale agli occhi del lettore, ma evocando nel contempo la storia familiare, le passioni, il ruolo giocato nelle vicende narrate dal personaggio a cui quel viso appartiene. Quindi nei primi due capitoli del volume si forniscono esempi di come la tradizione letteraria mondiale abbia allestito la rappresentazione del volto umano, negli ultimi due - dedicati al ritratto e all'autoritratto nella letteratura contemporanea - si svelano i meccanismi strategici con cui gli scrittori riescono a suggerire (più che a descrivere minuziosamente) cosa si celi al di là delle caratteristiche fisiche di ogni essere umano. Seguendo le tracce di importanti filosofi, critici letterari, semiologi, Patrizia Magli interroga gli autori classici, soprattutto francesi, che introducono i loro protagonisti principali con una descrizione fisiognomica, tesa non solo a individuarne l'identità morale, ma anche a farne risaltare i tratti oppositivi rispetto alle figure secondarie del narrato. Un personaggio si costruisce, infatti, disseminando effetti descrittivi che ne definiscono l'identità, in un sistema di ricorrenze, ridondanze, continuità che creino coesione con il suo ambiente e con i fatti raccontati. Il gioco che si instaura tra chi ritrae e chi è ritratto risponde a interazioni differenti, di imitazione o idealizzazione, di inclusioni o esclusioni, di coinvolgimento o estraneità.
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