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Di che genere sei? Prevenire il bullismo sessista e omotransfobico
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Di che genere sei? Prevenire il bullismo sessista e omotransfobico

Descrizione


Chi può dire chi si deve amare? Chi ha il diritto di negare l'identità di qualcun altro o qualcun'altra? Chi stabilisce come ci si debba mostrare, come ci si debba vestire, quale tipo di vita e di relazioni desiderare? Agli insegnanti viene sempre più chiesto di adeguare gli apprendimenti, di formare competenze, di preparare le "risorse umane" da spendere in un futuribile mercato del lavoro, mentre, nel frattempo, rischia di scivolare sullo sfondo la centralità dei ragazzi come persone impegnate a gestire, troppo spesso in solitudine, il proprio sviluppo, elaborare le proprie rappresentazioni di femminilità e maschilità e, attraverso queste, definire la qualità delle relazioni con se stessi e con i coetanei. La dimensione relazionale resta un terreno irrinunciabile d'impegno per gli educatori, e ancor più la dimensione delle relazioni tra generi, così come l'approccio con i diversi orientamenti sessuali. Questo denso e ricco manuale intende fornire molto più che una necessaria cornice teorica. Offre anche concreti strumenti di analisi degli stereotipi di genere e, soprattutto, un variegato repertorio di strumenti operativi per agire in contesti educativi con adolescenti. Incrociando una lettura interdisciplinare, introduce a percorsi d'aula per prevenire e contrastare le discriminazioni sessiste e il bullismo omotransfobico, in tutte le possibili declinazioni.
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Dettagli

2014
1 febbraio 2014
192 p., Rilegato
9788861533875

Valutazioni e recensioni

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Tiziana
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Questo libro è un manuale rivolto alle e agli insegnanti che intendono affrontare il tema del bullismo a sfondo sessista e omotransfobico nelle scuole superiori partendo da solide basi teoriche, con contributi di grande rigore, abbondanza di dati e strumenti per attività in classe. Il primo contributo, quello di cui ho apprezzato maggiormente la ricchezza analitica, è quello di Giuseppe Burgio, che definisce il bullismo e le specificità del bullismo sessista e di quello omofobico mettendoli in relazione con i processi di definizione dell'identità di genere nell'adolescenza e con le dinamiche di gruppo adolescenziali, nonché con norme sociali come l'eteronormatività. Il secondo contributo è la presentazione di una ricerca-azione condotta dalle curatrici, che può diventare modello per altre ricerche analoghe condotte direttamente dai/dalle insegnanti con le loro classi e può inoltre essere utilizzata come linee-guida per uno sguardo diverso sul proprio contesto che aiuti a individuare fenomeni di discriminazione e/o bullismo nel lavoro quotidiano dell'insegnante. Segue la presentazione, a opera di vari autori, delle varie attività attraverso cui impostare la riflessione sui temi del libro (ben 36 diverse!). Poi troviamo un contributo di Floriana Bernardi e Angela d'Ottavio su come leggere i media per decostruire i contenuti omotransfobici, sessisti o gravidi di stereotipi di genere in classe e su come il linguaggio costruisce la realtà. Infine, una raccolta di articoli di giornale che trattano fatti relativi a queste tematiche e un glossario dei concetti che definiscono l'argomento. Ho letto questo libro non da insegnante, ma da persona che si avvia al lavoro di ricerca, e sono rimasta colpita dall'equilibrio fra rigore scientifico e spessore dei contenuti da una parte, e attività che traducono la teoria in una dimensione pratica e applicativa dall'altra.

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Voce della critica

 
La Meridiana di Molfetta, diretta da Elvira Zaccagnino, è una casa editrice di non grandi dimensioni, ma culturalmente vivace e civilmente coraggiosa: perché ci vuole indubbiamente una buona dose di impegno civico per pubblicare per la scuola italiana, sempre nel mirino di gruppi aggressivamente oscurantisti, un libro come Di che genere sei, volto a prevenire, fin dalla scuola primaria, i pregiudizi, gli stereotipi e i comportamenti che fanno da substrato al bullismo omofobo e sessista. Infatti noi viviamo in un paese in cui tutti (o quasi) dichiarano di essere sconvolti quando qualche giovane vittima dell’omofobia non regge alle persecuzioni e si toglie la vita, molti si indignano per gli atteggiamenti prevaricatori dei violenti nelle aule, ma quasi nessuno è favorevole a fare in modo che la scuola compia veramente il suo dovere di educare non all’aggressività e nemmeno a un’ esibita e falsa tolleranza, ma al vero rispetto di tutti e di ciascuno con le proprie caratteristiche culturali, psicologiche e di genere.
L’opera in questione offre un buon contributo al raggiungimento di un tale obiettivo di civiltà. Rivolta essenzialmente agli insegnanti, ma non solo, affronta in maniera diretta la questione di fondo: per combattere il bullismo, specialmente quello a contenuto sessista, occorrono interventi formativi soprattutto a livello di scuola primaria e secondaria inferiore: “Per arginare la violenza occorre non tanto reprimerla, quanto creare le competenze che consentano di gestire il conflitto, che evitino di associare il conflitto alla persona perturbante, con l’ovvia conseguenza di voler eliminare (simbolicamente, ma purtroppo spesso anche concretamente) i soggetti Lgbt. È allora utile riconoscere qual è il compito di questo conflitto e reinterpretarlo in termini educativi. (…) E’ cioè innanzitutto importante distinguere la persona dal problema e occuparsi non del bullo ma del comportamento bullistico, cercando di modificare la relazione e non la persona”.
Il taglio eminentemente pedagogico dell’opera, composta da un susseguirsi e alternarsi di testi di riflessione, rigorosi e supportati da un’ampia bibliografia, e di esercizi-giochi da attuare in gruppo, è improntato a un grande rispetto per gli adolescenti e i preadolescenti e all’attenzione ai bisogni espressi (soprattutto quelli non consapevolmente espressi) da parte di ciascuno. Come sostiene Giuseppe Burgio nel saggio iniziale del volume “bisogna concentrarsi non solo sui valori che il bullismo omofobico esprime, ma anche sui bisogni che rivela, sulle emozioni che suscita e sui vantaggi che se ne ricavano”.
Sul piano pedagogico particolare rilievo assume il saggio di Floriana Bernardi e Angela D’Ottavio dedicato al linguaggio. Infatti è proprio il linguaggio di moltissimi ragazzi e ragazze, impoverito da una comunicazione quotidiana volgare e stereotipata, un formidabile vettore di pregiudizi e di comportamenti prevaricatori in quanto fornisce un insieme di segni verbali e non verbali “che sono capaci di marcare un corpo e iscriverlo all’interno di alcune categorie i cui confini non sono dati una volta per tutte”. Su questo terreno oltre alla scuola in tutte le sue componenti (il libro sottolinea il ruolo di grande rilievo educativo di tutto il personale scolastico docente e non docente) hanno una funzione fondamentale i media, che possono “contribuire a sovvertire il linguaggio, inteso qui come progettazione del mondo e come condizione della costruzione di una più vasta, corretta e rispettosa enciclopedia di valori di riferimento per essere e stare all’interno di esso. Il linguaggio dunque incarna, raffigura ed esprime una vera e propria questione sociale, culturale e politica che influenza e può cambiare il modo di pensare delle persone”.
L’utilizzo di un libro come questo nella scuola italiana dovrebbe essere sostenuto e incentivato, invece subito al suo apparire è stato oggetto di una pesante polemica da parte di ambienti clericali con l’accusa di voler diffondere l’omosessualità (naturalmente deprecabile) quando i curatori cercano invece di formare a una sessualità consapevole e serena. Accanto ad alti esponenti della gerarchia cattolica anche membri del governo partecipano a questa irresponsabile crociata: irresponsabile perché il rifiuto di fornire, per motivazioni ideologiche, a ragazzi e formatori gli strumenti adatti per decodificare e affrontare consapevolmente l’aggressione dei messaggi sessuali distorti, violenti e mercificati presenti nella comunicazione quotidiana significa preparare il terreno per nuovi drammi di cui poi potremo stupirci e magari indignarci, con implacabile ipocrisia.
 
Vincenzo Viola

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