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L'aggressività femminile
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L'aggressività femminile - Marina Valcarenghi - copertina
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Descrizione


Sembra essere successo qualcosa in tempi molto lontani che ha indotto la compressione dell'aggressività non di una ma di tutte le donne, qualcosa che potrebbe essere una mutazione istintiva legata a uno stato di necessità, forse a esigenze conservative della specie. I sintomi di questa artificiale repressione si esprimono in comportamenti deficitari o eccessivi come: autolesionismo, abitudine al lamento, senso di colpa, dipendenza, insicurezza o ansia di controllo, prepotenza e atteggiamenti insofferenti e collerici. L'istinto aggressivo femminile è ammalato perché non riesce a esprimere una conveniente autodifesa dello spazio fisico, psichico e sociale e non risulta quindi capace di affermare e proteggere con efficacia l'identità soggettiva. Affrontando l'antico stato di necessità, riconoscendo il dolore per una lontana e comune ferita all'istinto e collegando quella ferita ai sintomi di oggi, diventa progressivamente possibile riscoprire l'energia aggressiva e con essa il desiderio e la capacità di affermare quella forma del pensiero e del sentimento che costituisce il modo femminile di stare nel mondo, un modo ancora in larga misura sommerso, ormai necessario non solo all'equilibrio della personalità femminile, ma forse anche alla salvezza del genere umano.
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Dettagli

2008
1 gennaio 2008
X-181 p., Brossura
9788861591707
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Indice

I. La questione dell’aggressività femminile
1. La diversità di genere
2. Il pensiero
3. Il sentimento
4. La sessualità

II. Mitologia e storia di una rimozione
1. Inanna
2. Lilith
3. Meti
4. Eva
5. I riti del sangue
6. La stregoneria

III. Origini della rimozione: un’ipotesi di mutazione dell’istinto
1. Le origini della rimozione
2. L’autocensura femminile
3. La mutazione dell’istinto
4. Le conseguenze della rimozione
Adattamento e nevrosi
L’abitudine
L’iperaggressività maschile

IV. La repressione del desiderio
1. L’aggressività femminile nella psicoanalisi
2. Il desiderio inerte
3. L’insicurezza
4. Il senso di colpa
5. L’aggressività vicariata e l’autoaggressività

V. Il deficit aggressivo: sintomi maniacali
1. Il narcisismo
2. L’ipertrofia dell’immaginario
3. L’isteria
4. L’iperattivismo
5. L’ipertrofia della maternità
6. Il complesso di potere

VI. Il deficit aggressivo: sintomi depressivi
1. La delegittimazione
2. L’autolesionismo
3. Il masochismo
4. I disturbi della sessualità
5. Le dipendenze
6. Il vittimismo

VII. Conclusioni

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Ariel
Recensioni: 5/5

Una lettura dell'universo femminile diversa dalle tradizionali. Per chi vuole approfondire il tema.

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Chiara
Recensioni: 3/5

Mi trovo d'accordo con Matteo.

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Matteo
Recensioni: 3/5

Libro interessante che mi conferma lo stato psicologico delle donne nella nostra società, non sono altrettanto interessanti però le ipotesi delle sue cause recondite che cadono nella banale colpevolizzazione di un mondo occidentale fatto a misura d'uomo e non di donna. Se veramente il mondo occidentale nel suo insieme fosse fatto esclusivamente a misura di uomo non si spiegherebbe come in altre aree geografiche europee il comportamento della donne sia nei fatti opposto o molto diverso da quello che è invece tipicamente mediterraneo-balcanico. Senza poi argomentare il fatto che nella nostra società anche l'uomo nasconde problematicità di vario genere di cui però non si parla perché il modello occidentale prevede che l'uomo sia privo di introspezione, freddo e razionale. Il ruolo storicamente secondario della donna è ovviamente innegabile, ma le conseguenze psicologiche devono poi essere analizzate in base alle condizioni geografiche locali, senza quindi fare di un erba un fascio come viene invece fatto dall'autrice che sembra soffrire dello stesso vittimismo delle sue pazienti. Il modello occidentale ha difatti motivi e cause di esistenza che vanno molto ben al di là del semplice maschilismo o dalla volontà di dominio dell'uomo sulla donna e gridare appunto al maschilismo non può fare altro che aumentare quell'aggressività femminile (e di rimando maschile) che oggi sta devastando il rapporto uomo-donna. La verità, come si suol dire, sta nel mezzo!

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