La frattura

  È arrivato in libreria La frattura, portandosi dietro lo sgomento e la sofferenza di chi ha conosciuto la sua autrice, che in questo doloroso romanzo postumo ha raccontato la sua esistenza sradicata dalla malattia. Seguire le vicende di Francesca, la giovane donna protagonista di questo libro dalla scrittura asciutta, essenziale, permette di avvicinarsi al calvario dell'autrice, racchiuso anche nelle parti scritte in corsivo e in prima persona: un contrappunto alla vicenda sentimentale ed extraconiugale di Francesca con Diego. Studiosa di letteratura italiana, da anni attiva in piccole e grandi case editrici, Giovanna De Angelis ci ha lasciato idealmente una finestra aperta sulla malattia, fin dal suo manifestarsi. In una quotidianità giocoforza scandita da nuove urgenze ("le vere emergenze", si dirà ad un tratto), emerge l'importanza di consuetudini da preservare ("I sentimenti già acquisiti sono il suo abbecedario, e Francesca ha bisogno di sapere in ogni momento cosa aspettarsi e da chi"), squarci sul dolore che ne scandiscono a ogni affondo una sfumatura diversa, ugualmente e diversamente tremenda, talmente atroce da confondersi con una realtà dai contorni vertiginosi, che non si può riconoscere più ("Ivan Ill'ic è morto. Il resto è una pagina sbiadita") e che assume, in un punto straziante, la forma di una treccia che non si ritrova sulla testa: "Francesca ha chiuso gli occhi, un movimento impercettibile della nuca a cercare la treccia che non c'è più ed è una punta al cuore: ma in fondo è solo il ricordo di un dolore, un riflesso istintivo che va a morire". Si snoda qui quello stesso istinto che porta Francesca a concentrare la propria attenzione sull'amante che si nega, e la lascia sola. Come in una immagine speculare, la protagonista insegue da lontano chi sembra quasi percepire in modo animale l'allungarsi dell'ombra lunga della fine. Di questo ritrarsi, di questa visione, ha scritto Emanuele Trevi in un articolo sul "Corriere della Sera". E quanto più l'urgenza di ritrovare la persona capace di cambiare segno all'aria procede con l'avanzare della malattia, tanto più perdono di forza, agli occhi della giovane donna, i corollari fisiologici, estenuanti, complessi, di chi è vicino il malato. La protagonista viene descritta "sorda alla riconoscenza, così come al dolore. La sua è una cortesia a occhi asciutti, inscalfibile e feroce". Feroce è l'idea che matura la donna: l'unica possibilità di salvezza non può passare attraverso la dedizione, la consonanza di vite e d'intenti: a Diego e alla sua presenza (assenza) Francesca attribuisce l'unica sua possibilità di futuro, proprio in nome del suo non doverle nulla, in nome di quel loro essersi sfiorati in un'avarizia di aggettivi, confessioni, parole spesso superflue, innecessarie. A tu per tu con la sofferenza, scivolata in una dimensione indicibile di solitudine interiore, come tutti lo siamo al cospetto della malattia, Francesca rompe il cordone di protezione che le viene assegnato dalla vita, e rincorre quell'ultima scintilla vitale con tenacia, coraggio, testardaggine. De Angelis non ha mai scritto nulla di personale prima di questo romanzo. La voce che vi scorre dentro è potente, tagliente, acuta, ed è un sentire prezioso, per chi voglia ricordarla e ritrovarla, dentro e fuori queste pagine.   Raffaella D'Elia