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Che hanno a che fare i proverbi con la matematica? Beh, a prima vista poco: sì, ci sono detti come "fatto trenta, facciamo trentuno" oppure "non c'è due senza tre" che sono formalmente aritmetici, e ci sono proverbi per così dire logici come "chi non comincia non finisce". Ma Riccardo Bersani ed Ennio Peres non si sono fermati a queste banalità e ci hanno scritto un intero libro! Occhei, l'idea è quella di prendere i proverbi come spunto per parlare di matematica. Così da "Segreto di due, segreto di Dio; segreto di tre, lo sa pure il mondo" si parla di crittografia; "o tutto, o nulla" è una scusa per introdurre la notazione binaria; "chi conta sul futuro, sovente s'inganna" ci porta a parlare del problema di Monty Hall. La scelta degli autori, anche se a prima vista può sembrare balzana - e in effetti alcuni dei passaggi logici dal proverbio al tema matematico a me sembrano più che altro illogici - risulta però interessante, da un lato perché mostra come i proverbi abbiano una loro logica ancorché stringata, e dall'altro perché permettono al lettore di capire come la matematica in fin dei conti pervada il mondo, e basta una piccola scusa per ritrovarsela tra i piedi. E allora, non è meglio conoscerla che evitarla? La lettura è insomma divertente, forse più per coloro che di matematica non ne hanno mai fatta tanta. Nel peggiore dei casi impareranno nuovi proverbi. Peccato che gli autori non siano piemontesi, perché avrebbero avuto a disposizione un bellissimo proverbio di Usseglio, paese di adozione della mia mamma, situato ai piedi del monte Lera: "Se la Lera a l'ha 'l capel, ò ch'el fa brut ò ch'el fa bel". Tradotto nel linguaggio della logica matematica, X AUT (NOT X) = VERO. Visto che tutto torna?
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