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L'autore descrive, in forma di romanzo (con nomi fittizi, ma corrispondenti a fatti, persone, luoghi reali), le vicende accadute a seguito della incidente industriale che provocò la l'uscita di tonnellate di anidride arseniosa dallo stabilimento Enichem di Manfredonia (FG) nel 1976. Riporta la storia dell'operaio Nicola Lovecchio, della sua malattia, del medico specialista che lo aveva in cura, e delle battaglie legali contro l'azienza. La sua famiglia, quasi unica, rifiutò il risarcimento offerto dall'azienda, se avessero rinunciato alla costituzione di parte civile nel processo che vedeva imputati diversi manager. Dibattito sempre attuale, in considerazione delle vicende ex ILVA di Taranto. Dello stesso autore, Giulio Di Luzio, va citato il saggio "I fantasmi dell'Enichem,", Baldini Castoldi 2003, sulla complessiva storia dell' stabilimento Enichem di Manfredonia. Si tratta di opera di "narrativa industriale" con riferimenti alle persone coinvolte, come ad esempio "Le mosche del capitale" di Paolo Volponi.
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