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Anno edizione: 2012
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Il tempo che credevo di aver perso é sin dall'immagine di copertina l'emblema del divenire al quale siamo chiamati giorno dopo giorno: un susseguirsi di eventi, sotto i punti di vista lavorativo, sentimentale, caratteriale, che coinvolgono il lettore e lo rendono protagonista insieme a Giulia, simbolo della fragilità umana, donna che vive le ansie, le preoccupazioni e i dubbi, nonché donna caparbiamente pronta a riscoprire il senso di una vita tagliata a metà e riscoperta grazie a uno dei suoi affetti, sottovalutati nella giovinezza. Tanti sono i temi trattati da questo romanzo, delle vere e proprie questioni sociali (rapporto madre/padre-figlia, la questione lavorativa, il mondo degli affetti, le relazioni amicali...) per non parlare di intere pagine nelle quali mi sono visto praticamente descritto. Un plauso alla scrittrice per la scelta di far "vivere" tra le righe del testo, con un linguaggio semplice e ricco di particolari, innanzitutto la città di Perugia e in secondo piano NYC, coadiuvata dall'uso di foto che ne ritraggono frammenti particolari. Ottima la scelta di riprendere in corsivo i tratti salienti del paragrafo a seguire (consentono al lettore di mantenere desta l'attenzione, andando alla ricerca della frase-nodo del paragrafo che racchiude in sé il nocciolo di quanto verrà narrato); la lettura di tutti i corsivi é un modo per una veloce rilettura del testo, come fosse l'opportunità per il lettore di continui flashback per non perdere il filo del discorso. Un ringraziamento personale a colei che ha realizzato con tanta dedizione questo libro, perché é come se, pagina dopo pagina, avessi ricevuto il regalo di essere accompagnato per mano alla riscoperta della Perugia dell'infanzia e attuale, per aver inserito personaggi che interrogano il costume nazionale e mondiale come questione sociale, per avermi offerto la possibilità di riscoprire quel tempo che credevo di aver perso.
Questo romanzo mi è piaciuto fin dalle prime pagine. Con tutte le esperienze negative avute ultimamente con scrittori italiani, finalmente posso dire di essere pienamente soddisfatta del mio acquisto. Fabiola riesce, con la sua narrazione fluida e incalzante, a catturare l'attenzione del lettore dal primo istante. La storia di Giulia, narrata in queste pagine, è una storia vera, in cui ognuno di noi potrebbe rivivere un momento della sua vita, passata o presente. Chi di noi, infatti, non ha vissuto delusioni come queste, e si è sentito costretto a "fuggire"? Chi di noi non trascura, in un certo modo, il rapporto con i genitori, pensando di averli sempre al proprio fianco e non sfruttando completamente i pochi momenti che ci vengono concessi? E perchè ci rendiamo conto dell'importanza di alcuni rapporti solo nel momento in cui perdiamo una persona cara? Questi interrogativi fanno parte della vita di tutti i giorni, ed è anche per questo motivo che ho apprezzato tanto la lettura di questo romanzo. La vita e i sentimenti scorrono come un fiume in piena in queste pagine, e ci coinvolgono completamente. Insieme a Giulia percorreremo una strada che ci permetterà di conoscere il suo passato, le sue delusioni e i motivi che l'hanno spinta ad abbandonare tutto e tutti? comprenderemo il suo dolore e assisteremo ad un mutamento interiore legato alla recente scomparsa della madre, Marta. Attraverso l'indagine sul passato di quest'ultima, Giulia indagherà anche dentro se stessa, cercando di capire gli errori commessi in passato, confrontandosi con altri personaggi e analizzandosi da più prospettive. Un libro che racchiude una profonda analisi interiore che forse tutti noi dovremmo provare a mettere in atto. Sono pochi i libri che rimangono impressi nel nostro cuore, ma "Il tempo che credevo di aver perso" è senza dubbio uno di questi. Lo consiglio a tutti, senza distinzio
Un libro vero, che regala una chiave di lettura per rivivere anche proprie sensazioni. Una storia o meglio più storie tutte da scoprire grazie alla fluidità della narrazione. E' come se alla protagonista andasse stretta la sua e cercasse di rivivere quella della madre o di cambiare la propria. Un' indagine continua alla ricerca di sé, non solo guardandosi dentro, ma anche tramite il rapporto con gli altri, un modo per "leggere" sé stessi utilizzando più prospettive al fine di scoprire non solo chi siamo ma anche chi vorremo essere. Il risultato? A Voi il piacere di scoprirlo.
Recensioni
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