Il paese di Dio

Il western come non ce lo ha mai raccontato nessuno: l'estremizzazione del mito del West e dei suoi protagonista dà vita a una storia surreale e irriverente, comica e feroce allo stesso tempo, e che per questo fa ridere e riflettere. Una vicenda dettata dal caso, dalla cattiveria, dai vizi e dai pregiudizi (dalla banalità del male, come direbbe Harendt), che diventa la parodia di molti di quei valori che ancora impregnano il sogno americano e la fondazione di questa nazione. Questo autore non scrive mai un libro uguale all'altro e ogni volta è una piacevole scoperta.

Secondo romanzo di Everett che leggo, dopo FERITO. Un autore sorprendente, che rivisita il West in modo comico/surreale/sociologico, mi ha sorpreso molto dopo il western moderno di FERITO. Ennesima smitizzazione dei miti hollywoodiani, qui siamo bel lontani non solo da Ford ma anche da Sergio Leone. Tutto quello che Everett descrive puzza, è assolutamente amorale, razzista, sessista, anti clericale. Ma stupisce e diverte e fa riflettere. Sono felice di poter continuare ad apprezzare questo autore, e mi rallegra il fatto di poter contare su altri titoli disponibili.

E' un libro che fa ridere (in alcuni passi davvero di gusto) ma che fa anche riflettere. Una parodia del western classico che però, a ben vedere, definisce la giusta prospettiva dalla quale osservare la follia che si respirava nel 'caro vecchio West', nel quale gli unici ad essere davvero umani e lucidi erano gli indiani e i neri. Leggetelo.