La resa. Ascesa, declino e «pentimento» di Felice Maniero

Conosco l'A. che è una persona davvero particolare. Lei ben poteva scrivere sulla Mala del Brenta. Infatti, ha potuto avvicinare qualcuno dei malavitosi, raccontando aneddoti e particolari su Maniero e il suo entourage. Quindi a dispetto delle recensioni critiche che ho letto sul libro non documentato e altro, posso dire che esso corrisponde alla realtà, però talmente ambigua e complessa da poter ingenerare diverse opinioni. Qui non mancano anche persone (per vari motivi, non necessariamente collusi) che cercano di annacquare le cose e denigrare l'A. che si è beccata anche una minaccia da Faccia d'Angelo alla quale ha replicato con una una querela e richiesta risarcimento danni. Ma quel che ha portato all'accordo tra Procura e Maniero impedisce di capire altro. Il libro comunque era nato come istant book, non come un saggio e ci sono dettagli inediti. Oggi sicuramente verrebbe scritto diversamente dall'A. forse con maggior consapevolezza delle invidie e dei veleni (se non pericoli) che si respirano anche su questo mistero italiano. Una Mala che non è stata sgominata grazie ai calcoli utilitaristici di Maniero, ma che ancora esiste, Almeno per chi conosce veramente queste dinamiche e luoghi.

Poteva essere un bel libro: - con una documentazione di supporto; - migliorando lo stile e non saltando di palo in frasca; - utilizzando qualche dettaglio in più. Un'occasione persa

Tutta la storia del “romanzo criminale” della Mala del Brenta e del boss Felice Maniero, raccontata senza fronzoli con taglio giornalistico, stile asciutto e ritmo incalzante. La prefazione di Carlo Lucarelli è una chicca iniziale che “vale da sola il prezzo del biglietto”.