Il lottatore di sumo che non diventava grosso

Ingredienti: un 15enne solitario di Tokio magro e scontroso, un anziano che vede in lui un futuro lottatore di sumo, un’occasione di riscatto attraverso la disciplina da una misera vita di strada, una via d’uscita tramite la meditazione da un passato triste e senza futuro. Consigliato: a chi si sente allergico all’umanità intera, a chi sa mettere in dubbio le proprie convinzioni.

E' il primo libro che leggo di Schmitt mi aspettavo di piu' onestamente. Il mondo del Sumo viene trattato ma in maniera molto superficiale. Questa storia ricorda molto per certi versi la saga di Karate Kid, in cui c'e' un alunno e un maestro ma non si limita a cio'. Jun un quindicenne schelestrico finito per strada ai margini della societa' perche' scontento della sua famiglia, ogni giorno incontra questo maestro di Sumotori che magicamente "vede in lui uno grosso". Il protagonista si pensa in qualche modo che il vedere in lui uno grosso si riferisca per forza di cose al peso ma non e' assolutamente vero. Si tratta piuttosto di quello che le persone hanno dentro a volte molto piu'complesso da decifrare. Il maestro paghera' addirittura,pur di far partecipare il ragazzo alla visione del Mondo di incontri di Sumo,presso la sua scuola. In questo libro vengono trattati molto bene tutti i pregiudizi che gira attorno a questo mondo e che in qualche modo, il Mondo Occidentale ha costruito su questa disciplina. Nonostante tutto, il protagonista si innamorera' di una ragazza Reiko,sorella del piu' famoso lottatore della palestra del maestro. Pur essendo scritto da uno scrittore occidentale, questo romanzo delina un bel quadro d'insieme questo e la cosa piu' toccante che riesce a dare una casa a questo ragazzo Jun che altrimenti avrebbe dormito per strada. Interessante, ma trovo il romanzo troppo breve per spiegare un mondo, ai piu' sconosciuto. infatti in Giappone il Sumo non e' un normale sport, ma lo sport nazionale come da noi in Italia il calcio, ma questo,non tutti lo sanno, secondo me era giusto precisarlo.Scrittura molto asciutta e semplice piu' di quanto si possa pensare e i personaggi nonostante la brevita' dell'opera, prendono corpo poco alla volta.

Divorato; le pagine scorrono rapidamente; il linguaggio è pulito, pacato. È una lettura leggera, senza grosse pretese. Schmitt ha la capacità, che non tutti gli autori hanno, di saper concentrare la narrazione in poche righe, dando vita a un romanzo speciale. “Jun, se ciò che dici non è meglio del silenzio, taci!”.