Dritto al cuore

Questo romanzo non funziona in niente. Non come giallo, non come romanzo di formazione (o romanzo d'amore tra adolescenti), non come guida turistica alpina, non come manuale di vita biologica, ecc. A cominciare dal titolo, banale e insignificante, scelto solo per fare presa sul lettore sensibile a certe parole (appunto: cuore, amore, ecc.). La trama gialla si dipana lentamente, senza reali colpi di scena e si conclude frettolosamente e senza pathos (verrebbe da chiedersi: embè? tutto qui?). Questa fantomatica Casa, e questa fantomatica Voce, e questa fantomatica faccia-bambina: tutti elementi inverosimili in una trama fortemente realistica. Come i broccoli a merenda insomma, anzi peggio: si rendono ridicoli. Il romanzo inizia in modo lento, noioso, non si capisce chi sia il reale protagonista; lo comprendi solo dopo che è, fondamentalmente, l'ispettrice Vergani, personaggio che comunque resta abbozzato (a questo punto mi chiedo come fosse stato tratteggiato negli altri romanzi). Insomma un libro sconsigliatissimo dal mio punto di vista; fa sentire il lettore preso in giro.

Un villaggio Walser a 2000 metri di quota in Val d'Ayas, un corpo sepolto nel bosco da molto tempo, una mucca gravida avvelenata, un amore nascente fra adolescenti. Questo libro è molto più di un giallo. Credo l'opera migliore della Bucciarelli fino ad ora.