La parete

Una favola nera ecologista? Una metafora dell'insensatezza di ogni antropocentrismo? Un apologo sull'innocenza delle forze naturali di fronte alla tracotanza umana? Una rieducazione dell'uomo alla naturalità? Un paradossale risorgere della libertà e della chiarezza di pensiero assicurate da un evento catastrofico? Un'esperienza limite rivelatoria? Non so, forse. Troppe pagine dedicate ai lavori di campagna, alle fusa dei gatti, allo zampettare del cane o alle smorfie della mucca. Si salvano pochissimi passi. Il grosso è noia pura.

È scritto benissimo, la storia piuttosto atipica, potrebbe ricordare the dome di King, ma le atmosfere sono completamente diverse. Ho apprezzato la cura dei dettagli, è un libro che consiglierò sempre.

La trama e' strana, la scrittura avvincente e la lettura e' intrigante. Una donna senza nome scrive una cronaca puntuale della sua vita di unica sopravvisuta, relegata senza possibilita' di fuga, in una valle alpina, con la sola compagnia di animali che diventeranno alla fine l'unica ragione per la quale una vita dura e faticosa valga comunque la pena di essere vissuta. Bellissime sono le descrizioni del comportamento e della vita quotidinana degli animali accuditi,(Cane, gatti, mucche) sono talmente accurate che fanno addirittura trasparire le emozioni degli animali. A mio avviso questo e'il punto di forza della storia che all'inizio pareva non decollare ma via via mi ha conquistato.Alcune parti ripetitive appesantiscono un poco la trama ma concorrono alla narrazione per rendere chiare le sequenze ordinate di doveri che sono fondamentali per permetere la soppravvivenza in condizioni molto difficili. Interessante inoltre l'analisi introspettiva che si autoimpone la protagonista analizzando a fondo il mutare del fisico, del comportamento della sua filosofia di vita messa alla prova da questa nuova dimensione. E'un racconto che esige l'attenzione e l'impegno del lettore che, alal fine, viene certamente ripagato.