I segreti della scogliera

In ogni paese, di solito, tutti sanno tutto di tutti. Quasi tutto! Ed è proprio nel quasi che si cela tutto il resto, vale a dire "le verità nascoste in soffitta, i pettegolezzi e le malelingue, tutte le schifezze che ogni giorno venivano nascoste dietro falsi sorrisi a denti stretti e ingiurie silenziose" (p. 29). A queste verità si aggiungeranno una casa nella pineta, una botola misteriosa e uno scrittore di romanzi horror, Giuseppe Scrimieri, che contribuirà a svelare I segreti della scogliera di Marco Esposito attraverso le vicissitudine occorsegli durante la sua permanenza a Torre del Fiume, in Puglia. Come per una maledizione non espiata del tutto, Gli orrori del villaggio, il libro d'esordio che aveva gettato fango sull'intera comunità del piccolo paese leccese, prenderà forma e vita scavando nel passato dello scrittore e portando in superficie ricordi seppelliti dal tempo e dall'omertà. Nonostante si fosse perfezionato nella scrittura di vicende impossibili e terrificanti al limite dell'immaginazione, mai avrebbe potuto pensare di diventare il protagonista del suo prossimo capolavoro letterario. Al suo fianco c'è spazio, tra gli altri, anche per sua moglie Gloria, conosciuta a Roma durante la presentazione del primo libro nella libreria in cui faceva la commessa per mantenersi agli studi, e Andrea, l'amico di vecchia data che lo aiuterà nella sistemazione della casa sulla scogliera. Un romanzo nel romanzo, in continuo divenire, capace di trascinare per mano il lettore in una corsa affannosa verso la via d'uscita, ricca di colpi di scena e simile a un sogno vissuto dall'esterno "con un livello di realismo sensoriale spaventoso" (p. 9). Marco Esposito non è soltanto uno scrittore appassionato del genere horror ma è anche un narratore convincente, perché sa tessere con giusto equilibrio storie e parole, permettendo alla vita dei suoi personaggi, come accade a quelli pirandelliani, di imitare l'arte trasformandola in un romanzo incredibile e straordinario.