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"Scandalo '60. Ritorno a Ferrara" è un romanzo che ci trasporta alle soglie degli anni '60, tra la città di Ferrara e un collegio religioso toscano, nel mondo di un ragazzino che vive su di sé tutte le contraddizioni non risolte dell'Italia sospesa tra vecchio e nuovo. Rolando, il protagonista, che è anche l'Io narrante maturo che torna indietro con la memoria, è un giovinetto impacciato e problematico, il cui insuccesso nella scuola pubblica lo porta alla soluzione/punizione di un rigoroso collegio di preti. Qui, lo aspetta lo "scandalo": niente di più che una innocentissima marachella a sfondo sessuale sua e dei suoi compagni, che però scatena la repressione sessuofobica degli "educatori". Da una vicenda in sé banale, ma capace di avere un'eco emotiva fino all'età adulta, l'Autore del romanzo sa trarre, con prosa molta limpida, un racconto che ci restituisce il mondo della famiglia, della scuola, delle istituzioni religiose ed educative di un'Italia che è ormai un ricordo. L'unico personaggio femminile non adulto del romanzo, del resto, ha il ruolo di "angelo" che annunzia la ventata libertaria degli anni '60 che cambierà molte cose. Molte in meglio sembra assicurarci Arnaldo Ninfali, e dobbiamo convenirne: il suo Rolando, oggi, anche in un collegio di preti respirerebbe un'aria più sana. E non lo picchierebbe nessuno.
Si tratta di un romanzo che scandaglia il complesso mondo di un ragazzo che vive, in modo ovviamente travagliato,l'importante transizione dalla fanciullezza verso l'adolescenza.Il tutto mentre anche la società italiana evolve dal dopoguerra verso il famoso "boom economico". I due aspetti, quello individuale e quello collettivo,sono strettamente e intimamente connessi. Ne risulta un'opera di notevole sensibilità,di piacevole lettura e tuttavia mai banale. La parte iniziale, nella quale Arnaldo descrive la vita in un Collegio religioso, è addirittura intrisa da una sorta di "neorealismo". Quanto da lui raccontato, trova ampio riscontro da parte di tutti coloro che hanno avuto modo di vivere analoghe esperienze. Personalmente, ho accolto con sollievo il racconto della espulsione del protagonista da quel luogo greve e cupo, godendo la "cronaca" del viaggio nella luce e nel sole d'inizio estate, verso l'amata Ferrara ( dove pure era atteso da un non facile "processo"). Mi sento di consigliare questo romanzo, soprattutto a chi quel periodo ha vissuto e ne custodisce i ricordi che si conservano di uno dei periodi più belli della propria esistenza.
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