Imprimatur

Bello! Bello! Bello! Bello!

In una locanda della Roma seicentesca un gruppo di uomini dal dubbio passato e dall’incerto futuro vive una quarantena forzata per un sospetto di peste tra gli avventori. Tra diffidenze, timori di essere la prossima vittima o del morbo o forse del veleno o di potenze soverchianti, recitano il ruolo che si sono imposti mentre la musica di un rondò li incanta, anche se loro testa è altrove, al Nord. Questa fiction storica elegante, affresco generoso del Barocco con pennellate di ironia situazionale alla Chaucer o di schizzi dei bassifondi, anche interiori, alla Dickens, è anche una solida indagine storiografica che oltrepassa le Baricades Mistérieuses e blocca l’#Imprimatur di un Papa a santo. Salvo poi finire nella lista dei libri proibiti. La voce narrante, redigendo le proprie memorie, ricorda i giorni della reclusione quando, giovane garzone, si è formato sul mondo degli uomini e sui segreti intrecci politici grazie alle avventure con l’Abate Melani. Il lampo lubrico dei suoi occhi insegnano al giovane che per capire le cose di Stato non importa cosa pensi, ma come. E con questa consapevolezza affrontano la selva oscura degli indizi per smontare le apparenze. Il Donzello riproduce in piccolo, per le vicende che lo attraversano, quanto sta avvenendo a Nord. In apparenza lontani, tutti i pigionanti sono coinvolti sia da quanto sta accadendo a Vienna, ultimo baluardo di difesa della Cristianità contro l’invasione turca, sia da un sotterraneo progetto degli orangisti protestanti di scalzare il re inglese cattolico dal trono, con Innocenzo XI simbolo di difesa come Papa e offesa come Odescalchi. Ci si agita come in una strettoia fatale, le preghiere vagano nell’oblio di un cielo disabitato, i corvi vanno a schiere, mentre l’aquila vola da sola, appollaiandosi sulle Torri Gemelle. Mio instagram: claudio_musso

Estremamente ben scritto e documentato, Imprimatur è un romanzo storico di eccellente fattura che ci fa rivivere alla fine del '600 un'avventura politica (ma anche musicale) che va da Roma a Parigi a Vienna! Ho particolarmente apprezzato lo sforzo degli autori di rendere per quanto possibile la lingua dell'epoca, senza tuttavia appesantire la lettura. Secondo il mio modesto parere, trattasi di un libro IMPERDIBILE per gli appassionati di romanzi storici. Tratta della peste, della gastronomia, degli intrighi politici romani ed europei, in un momento estremamente grave, in cui il Turco premeva alle porte di Vienna. I personaggi sono molto interessanti, eclettici e talvolta strampalati e dall'eloquio fantasioso; è facile affezionarsi a loro!