Il testamento del conte Inverardi

Appena ho visto questo libro ho deciso che dovevo assolutamente comprarlo e le mie aspettative non sono state deluse. Certo, alcuni dialoghi non sono il massimo e la trama risente di qualche forzatura, ma la storia è coinvolgente e lo stile all'altezza, anche perché chi scrive non è un professionista della penna, ma della medicina. Ho apprezzato la sua volontà di lasciare un segno di sé svelando i segreti di un mondo chiuso e pieno di ipocrisia, che gli ha sì permesso di diventare medico, ma senza tuttavia smettere mai di ricordarglielo. Interessante.

Narrare eventi che coinvolgono tre generazioni, passando dall'interno di una famiglia aristocratica e dei servitori che la circondano, fa del romanzo un percorso coinvolgente. Il figlio della cuoca, che si presta a servizietti speciali a favore dell'incontenuta libidine del Conte, racconta ciò che ha visto e vissuto da bambino, miscelandolo con aneddoti prelevati, probabilmente, da una lunga esperienza di medico condotto. Ne vien fuori un ritratto dell'aristocrazia italiana tutt'altro che benevolo, ma soprattutto il racconto di come esistano ancora oggi persone che ragionano come il Marchese del Grilli: "Io sono io e voi non siete un c..." Da leggere per divertirsi; molto ben scritto, condotto e portato a un finale dove chi vince sono sempre gli stessi. Ma hanno vinto davvero?

Conciosiaccosacche,il proto del manzo simula corto approccio alla saccente valetudine onanistica nonché pure orgiastica abitudine. Nulla è spiritualmente conclamata se non grandi coiti tra uomo e donna dei protagonisti libertini e versatili. Libro edibile ed elucubrante