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Il Libero arbitrio-Il servo arbitrio - Erasmo da Rotterdam,Martin Lutero - copertina
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Il Libero arbitrio-Il servo arbitrio - Erasmo da Rotterdam,Martin Lutero - copertina
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Descrizione


La disputa intorno alla libertà dell'arbitrio umano, che tra il 1524 e il 1526 vede contrapposti Erasmo da Rotterdam e Martin Lutero, costituisce un momento decisivo nella storia del pensiero occidentale e della modernità. Nello scritto di Erasmo e nella risposta di Lutero viene infatti al pettine il nodo del rapporto tra due componenti essenziali della cultura della prima età moderna, ossia l'umanesimo e la Riforma protestante. Vi si confrontano due distinte concezioni della libertà: prerogativa inderogabile della ragione umana per Erasmo, dono divino inscindibile dalla grazia per Lutero.
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Dettagli

2004
1 gennaio 2004
196 p., ill.
9788870164480

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Dr Andrea Di Carlo
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Il "De Libero Arbitrio" di Erasmo da Rotterdam e il "De Servo Arbitrio" di Martin Lutero, scritti tra il 1524 e il 1525, riattulizzano, nel pieno della Riforma, la controversia tra Pelagio e Agostino, sostenitori delle medesime posizioni diversi secoli prima dei due pilastri della cultura europea. Erasmo, esponente di punta dell'Umanesimo Cristiano, pur accettando il ritorno alle purezza del Vangelo ed una Fede scevra di superstizioni e rituali, afferma, compatibilmente con le sue posizioni umaniste, la libera scelta dell'uomo (allineandosi con la Chiesa di Roma), scrivendo, nel 1524, il trattato "De Libero Arbitrio". Lutero, monaco agostianiano e convinto assertore della malvagità dell'uomo, risponde, nel 1525, col trattato "De Servo Arbitrio", in cui ribalta le tesi erasmiane: l'uomo non può salvarsi da solo coi propri meriti e le proprio opere, perché è naturalmente incapace di compiere alcun bene, data la sua condizione di malvagità e perfidia in quanto discendente di Abramo ed Eva. Per questo, l'unica fonte di salvezza è rappresentata dalla Fede in Gesù Cristo, unico Redentore e Salvatore dell'umanità, senza alcun merito o opera buona. Due testi che permettono di addentrarsi nel vivace dibattito culturale dell'Europa rinascimentale.

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(Rotterdam 1466 o ’69 - Basilea 1536) umanista olandese. Figlio illegittimo di un prete, educato da frati agostiniani, studiò teologia in Olanda e a Parigi (ottenendo il dottorato a Torino nel 1506). Precettore privato, cominciò a preparare per i suoi allievi quegli opuscoli pedagogici che diventeranno poi, per secoli, i libri di testo della cultura europea. Discepolo ideale di Lorenzo Valla, entrò in contatto, in Inghilterra e in Italia (dove passò tre anni, 1506-09), con i più eminenti umanisti del suo tempo e cominciò lo studio del greco. Con l’Enchiridion militis christiani (1502) si fece portavoce di una riforma della chiesa ispirata a idee di tolleranza e di pace universale. A Venezia, ospite di Aldo Manuzio, lavorò agli Adagia, una raccolta di proverbi dell’antichità. Tornato in Inghilterra,...

Martin Lutero

1483, Eisleben

Riformatore religioso tedesco, venne avviato agli studi di giurisprudenza. Nel 1505 entrò nel convento degli Eremiti agostiniani di Erfurt e ricevette, dopo due anni, gli ordini sacerdotali. Assegnato all’università di Wittenberg, tenne lezioni di esegesi biblica commentando i Salmi. Contemporaneamente, deluso dalla cultura religiosa di derivazione aristotelico-tomista, iniziò lo studio di S. Agostino, elaborando le basi della sua teologia. È di questi anni la presa di coscienza della radicale peccaminosità dell’uomo, servo della sua concupiscenza, in grado di ottenere la liberazione solo attraverso il totale abbandono alla misericordia divina. Nelle opere scritte in questo periodo troviamo espressa la condanna dell’eccessivo ricorso alle...

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