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Finché c'è prosecco c'è speranza
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Finché c'è prosecco c'è speranza - Fulvio Ervas - copertina
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Finché c'è prosecco c'è speranza

Descrizione


Ferragosto di fuoco per l'ispettore Stucky: in gita tra le colline del prosecco con le belle vicine di casa, si sveglia in un letto non suo, in posizione non consona. Unica certezza, le stelle. Di ritorno a Treviso, cercando conforto tra i calici, trova il suo oste di fiducia malinconico: non si capacita del suicidio plateale del conte Ancillotto, fornitore di vini d'eccellenza. Perché dovrebbe suicidarsi, un uomo che ama le donne, camminare, guardare il fuoco e, naturalmente, il vino? Mentre Stucky indaga a modo suo, conversando con la governante, l'amante a cottimo e il prete, piomba in paese Celinda Salvatierra, tellurica come le terre andine da cui proviene. I l'unica erede del conte Ancillotto, e semina il panico tra i viticoltori minacciando di sradicare le vigne per impiantare filari di banani a perdita d'occhio. In una notte di temporale, tre colpi di pistola si confondono con i tuoni. L'ingegner Speggiorin, direttore del cementificio, cade nel fango per sempre. Stucky intravede i soliti intrighi mondani dietro queste morti innaturali corna, rivalità, vendetta - ma sa che la vera risposta è nei gas, nel vento. Nelle bollicine del prosecco, nella polvere che si innalza dai camini del cementificio e si posa su insalate, acque, grappoli dorati. Nella ruggine che il matto del paese gratta sulle tombe dei concittadini, impartendo benedizioni, ma anche "fra-gnoccole a destra e a sinistra con palo di robinia..."
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Dettagli

2010
27 maggio 2010
301 p., Brossura
9788871685373

Valutazioni e recensioni

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Paola
Recensioni: 5/5

Ho letto il romanzo dopo aver visto il film liberamente tratto dal libro (al contrario di come si fa di solito) e mi sono innamorata di entrambi. Ricco di suggestioni e di spunti di riflessione, questo giallo è dolce e frizzante come il miglior prosecco. Io vivo nella zona in cui è ambientata la vicenda ed è stato bellissimo vedere i paesi e i tipi di persone che fanno da sfondo alla mia quotidianità attraverso il filtro della letteratura. A differenza di altri scrittori veneti, Ervas non sparge a piene mani morbosità nelle sue narrazioni: il dramma è sapientemente dosato per invitarci a riflettere su valori importanti come la salvaguardia dell'ambiente, l'onestà, la solidarietà e l'amicizia, l'intreccio è costellato di perle di poesia e saggezza ed è pervaso dalla poetica malinconia che si respira nell'aria in certi giorni di foschia in queste terre.

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Morena
Recensioni: 3/5

Carino! Un romanzo giallo capace di dare qualche spunto di riflessione in più rispetto ad altri dello stesso genere. Inoltre la narrazione strappa qualche piacevole risata. Sicuramente da consigliare agli amanti delle vigne e del vino.

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Fulvio Ervas

1955, Musile di Piave

Fulvio Ervas è nato senza sapere che Albert Einstein era morto da qualche mese. Quando ne avrà coscienza, si iscriverà a un liceo con la presunzione di doversi costruire una qualche cultura scientifica. Inspiegabilmente attratto da tutti gli animali diversi dall’uomo, si laurea in Scienze Agrarie, indirizzo zootecnico, con un’inquietante tesi sulla “Salvaguardia della mucca Burlina”. Insegna Scienze Naturali nell’impero della Pubblica Istruzione, ma è assediato dalle storie. In treno, nell’orto, in palestra, vicende e personaggi gli si affollano in testa, non gli danno pace finché non si sentono provvisoriamente in salvo su un taccuino, per essere portati al più presto tra le mani dei lettori. Insieme alla sorella...

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