I ragazzi selvaggi

Per chi ama Burroughs ci si avvicini e ne goda la lettura, altrimenti passi oltre senza cura. Tratta di un ambiente estremamente cibernetico, che non può non esser causa d'una procreazione di giovani umanoidi permanentemente selvaggi, senza morali, nè memoria, nè coscienza e quindi dediti alla devastazione e violenza in ogni forma. I Ragazzi Selvaggi potrebbero essere lo specchio di una fanta-società non molto remota della realtà (spesso la realtà è ancora peggio). Me lo prestò un amico nel lontano 1984 e decisi, prima ancora di leggerlo, che lo avrei apprezzato, se non altro per il grande rispetto che avevo ed ho del mitico "zio" Burroughs: scrittore ed uomo. Qualche tempo dopo i Duran Duran realizzarono un video ispirato a questo libro per il loro brano forse più famoso (non certo il più bello): WILD BOYS appunto. Una sorta di Cyberpunk molto cattivi eppure puri ed incontaminati, senza la macchia di nessun compromesso. Ricordo ancora la serie di capitoli battezzati "Penny Arcade Peep Show", davvero micidiali. Burroughs era e rimarrà un grande. Per chi trova divertente lo stile cut-up (ed io lo trovo davvero divertente) amerà naufragarsi in questo accattivante caos della parola.Per chi, invece, affronterà la lettura senza quella sottile linea d'umorismo, che ci ha insegnato lo stesso Burroghs, potrebbe annoiarsi e rivelarsi tutta una fregatura. Wild Boys!!

Stranissimo, non l'ho capito molto e non sono riuscito a seguirlo; però molto interessante e affascinante. Un altro (come Mario Mieli) per cui l'amore omosessuale è un mezzo di rivoluzione. Bello, ma la traduzione è tremenda.

Poche righe non bastano a descrivere l’aria malsana che si respira in tutto il romanzo. Suscitati dalla singolare vena espressiva dell’autore, i ragazzi selvaggi, specie di umanoidi omosessuali, adolescenti guerriglieri, mutanti biologicamente specializzati ad uccidere, sconvolgono il mondo distruggendo le popolazioni civilizzate. Come nel “Pasto Nudo”, suo più conosciuto romanzo, è del manicomio cosmico che si tratta. Il lavoro percorre e si nutre della follia che, ormai incontrastata, ha fatto irruzione nel sociale. Ragazzi Selvaggi è una mirabolante profezia sulle pulsioni autodistruttive della nostra società. Detto papale-papale: non ci si capisce una mazza! Lo stile è la negazione di ogni stile. La linearità, sacrificata sull’altare dell’astrusità; o meglio, del voler sconvolgere ad ogni costo. Si riesce a capire qualcosa della storia, ammesso che ce ne sia una, solo verso la fine. Ma, quando si crede di aver carpito finalmente qualche punto fermo, l’autore si rituffa nel marasma universale, in piroette schizoidi, in paranoici e superflui ghirigori. Ho impiegato un anno, a più riprese, per finirlo e, ogni volta che lo prendevo in mano, avvertivo una sensazione di sconforto e di scompenso psichico. In sintesi, dato che non mi chiamo Mollica e che nessuno mi paga per osannare, lo sconsiglio vivamente a tutti.