Storia di una perpetua

L'opera della Ferguson è interessante e di estrema attualità, considerando ciò che vien fuori riguardo al clero irlandese. Il libro si legge tutto d'un fiato, si resta coinvolti nella trama, si immaginano i personaggi narrati. Si resta, insomma, coinvolti, anche dallo stile dell'autrice. Davvero un gran bel libro.

Il libro, che sta già riscuotendo un notevole successo di pubblico, è la storia di una donna, ma - come dice la sua autrice Kathleen Ferguson, in una intervista recentemente rilasciata al traduttore - "non mi spingerei fino al punto =i dire che è la storia di tutte le donne ... le scelte della protagonista sono scelte estreme, e non scelte che farebbe qualsiasi donna...". La storia di Brigid Keen, perpetua di padre Mann dagli anni '50 agli anni '80, è una storia di uomini, di donne, di =regiudizi, di confusione tra fede e religione, di condizionamenti culturali. La storia di una piccola provincia in cui convivono ipocrisia, Ricchezza e Povertà = il grosso muro di recinzione che solo l'uomo sa costruire così bene per imprigionare le proprie passioni, per soffocare le voci che vorrebbero =antare con i toni più alti e per bardare la lucidità di giudizio con pesanti paramenti. Brigid cresce in un orfanotrofio, in una cittadina dell'Irlanda del Nord e ne esce soltanto per diventare la perpetua del bel Padre Mann. Nessuna reale scelta, soltanto la conseguenza di ciò che ha =espirato quasi fin dalla nascita. Le suore non le hanno mai fatto mancare il necessario. A Bethel House, l'Orfanotrofio di Derry, i bambini non =uoiono di fame ma non si sente parlare di tenerezza, non pulsano emozioni, non si riconoscono stati d'animo individuali, si insegna a tenere il fuoco sotto la cenere, ben arginato dalle indiscutibili restrizioni che l'essere umano deve imporre a se stesso. Tra quei bambini c'è Brigid Keen, che impara da subito a non aspettarsi niente dai compleanni, dal Natale, dalla vita. Eppure =essuno è da biasimare. Tutti, infatti, sembrano essere vittime delle perverse =egole del gioco inventate dall'uomo a proprio beneficio. La voce narrante del libro è quella della stessa protagonista. Brigid è attenta osservatrice della realtà che la circonda, il suo esserne testimone la distacca, nel corso della narrazione, in qualche modo dagli eventi del suo vissuto. Il lettore, tuttavia, ne è suo malgrado emotivament