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Discorso sulla servitù volontaria - Etienne de La Boëtie - copertina
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Dettagli

1995
1 gennaio 1995
XL-40 p.
9788872190142

Voce della critica


scheda di Bongiovanni, B., L'Indice 1995, n. 9

Machiavelli viene rovesciato. La domanda fondamentale, davanti al potere, non è infatti "come si fa a comandare?", ma "perché si obbedisce?". A formularla è La Boétie, grande amico di Montaigne, morto a soli trentadue anni, e ispiratore, con la propria morte, degli "Essais" dello stesso Montaigne. Pubblicato una prima volta nel 1574 in forma ridotta, postumo e anonimo dai partigiani del calvinismo, il breve e straordinario "Discours" ebbe due anni dopo un'edizione completa, con il nome del suo autore e con il titolo, sulfureo e fascinoso, "Contr'Un*. Condannato al rogo nel 1579, il testo si fece una fama, peraltro ristretta, di classico proibito, oltre che di manifesto della libertà religiosa e dell'antiassolutismo umanistico-aristocratico. Era in realtà, con tutta la sua carica enigmatica, qualcosa di meno e moltissimo di più. Riemerso a partire dal 1727, ebbe molti lettori, fu forse plagiato da Marat e fu diffuso nel corso della rivoluzione francese. Vi ritornarono, in epoche diverse, cedendo al suo fascino, il cristiano democratico Lamennais, il socialista Leroux, l'anarchico Landauer, sino a Simone Weil. Risposta anticipata a Hobbes, il "Discours" definisce "malencontre" l'asservirsi al tiranno da parte del popolo e lascia capire, suscitando un periodico entusiasmo da parte del pensiero libertario, che da quando vi è la pulsione a servire, priva peraltro di intima necessità, il dominio è sempre tirannico. Non è questa la prima edizione italiana del testo - ve ne sono state già tre, a più riprese riproposte -, ma è senz'altro la migliore. Illuminante l'introduzione del curatore, chiarissima la traduzione.

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