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I bambini ci osservano, e osservano il mondo, anche quando sembra che provino disinteresse. Spesso, come dimostra questo libro-inchiesta di Giovanna Pajetta, gli adulti sottovalutano gli effetti che un’informazione disattenta può avere sui minori. Tra gli effetti devastanti dell’attentato alle Torri Gemelle dell’undici settembre 2001 sono da includere i condizionamenti psicologici di tutti coloro che, soprattutto nel mondo occidentale, hanno percepito quel giorno come uno spartiacque tra un prima e un dopo. Interagendo con medici e ricercatori che hanno analizzato i disagi dei minori dal punto di vista clinico, attraverso domande mirate ed osservando i disegni e i racconti dei piccoli, l’autrice racconta le difficoltà che spesso incontrano genitori ed educatori nello spiegare, con linguaggio appropriato, gli orrori dell’attualità, nello specifico la follia del fanatismo religioso e del terrorismo. Le ricerche hanno dimostrato che l’inquietudine non ha confini, e che i casi di “disturbo da stress post-traumatico” si verificano anche in luoghi geograficamente distanti dai paesi direttamente coinvolti; tale fenomeno è imputato alle modalità di comunicazione. Emerge inquietante il ruolo dei mass-media sulla percezione di tali eventi da parte dei più piccoli: come accade spesso in Italia, la televisione non risparmia dettagli macabri e filmati che in altri paesi sono giustamente censurati, interponendo un filtro tra la realtà che irrompe attraverso i notiziari e il mondo dell’infanzia, sempre più minacciato. Sull’atteggiamento passivo vince sicuramente il dialogo; rassicurare i bambini di fronte alle loro paure e spiegare loro la realtà col linguaggio appropriato è determinante per evitare il formarsi di ansie e fobie.
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