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Già nel titolo " Il passo e l'orma" si può cogliere l'intensità delle emozioni sottese alle sue liriche, liriche dense di immagini,ora sfumate ora nitide e limpide, ma tutte riconducibili ad una contemplazione intima ed assorta di fronte alla vita. Un motivo conduttore delle poesie è l'esperienza del dolore su cui s'infrange la sete umana di felicità.Sono versi il cui fascino sta in un amaro rimpianto: " E credi di ritrovare oggi i sogni di ieri/ trattenuti/ per mancanza di tempo e di cuore(?)"( E credi?").O in una lucida e pregnante contemplazione del dolore, " Fluido sciacquio di pianto/morbido velluto/ (?) ("Perle di dolore") o in un aspro disincanto:"Se tu cerchi silenzio/ (?) non andare per le vie di questa terra./ Qualcuno ha rubato il suo manto." ("Mondo rubato".Al motivo conduttore della tristezza si rifanno altre poesie di ricordi, ora dolci, ora accorati,sempre legati ad una pena segreta e ad un desiderio stanco di pace. E' notevole la capacità dell'Autrice di esprimere le sfumature dell'animo più dolenti e segrete,in versi spogli di indebite effusioni sentimentali,capaci di trasmettere brividi sottili, arcane vibrazioni.Ma la tristezza non è il solo motivo conduttore delle sue poesie, né un pessimismo radicale ha il sopravvento poiché i suoi versi contrappongono un'altra vena che è un inno alla vita, inno dal quale sgorgano versi limpidi, cullati da ritmi carezzevoli e festosi, pieni di tocchi suggestivi, modulati sui ritmi della natura,(?) Cicale/con lingua eterna/ uguale/parlano/ (?)" ("Il sapore dell'estate")."Terra grassa/Feconda/(?)"(D'Autunno)."M'abbraccia un cielo che sa di turchino/ Infinita vita" ( Infinita vita"). L'animo si schiude e davanti a paesaggi rapidamente schizzati,si libera dal dolore,si fa palpito, musica evanescente,voce arcana che parla alle oscure profondità del nostro essere."Un grano di poesia è sufficiente a profumare tutto un secolo" scriveva Josè Marti." " Il passo e l'orma " è destinato a profumare a lungo.
Silvana Dal Cero è tutta nella poesia "Profondamente amai": "Amai gli uomini... la notte...la terra...con l'inquietudine nel cuore...dolorosamente...con la voglia di chi sente l'anima espandersi all'infinito...con costanza...con l'ardore di un giovane ai primi amori...e improvvisamente mi sciolsi nel vento, amore nell'amore, fonte di vita nella vita". Poesia grandiosa,alata, aerea, di una ascesi altissima che dà i brividi, che dà l'idea a quale meta di spiritualità sia giunta la sua anima che ormai vola al di sopra dei comuni mortali e vibra nelle superne rote della grande poesia. Sento la difficoltà di esprimere un sentimento di ammirazione e di sconcerto di fronte a tanta purezza e a tanto slancio verso il cielo. La sua poesia ci induce solo a pregare e ringraziare Dio per un dono così grande. Sì perché la poesia di Silvana è un dono che viene dato all'umanità che non ne è degna, è un dono dello spirito che fa sentire l'anima eternamente giovane ed eternamente protesa verso l'infinito. Tutto in lei è candore, purezza e volo,come recita nella lirica "Verso te": "Un mattino mi sono alzata in volo...e da quel giorno / non riconosco più la terra / ove ho posato l'ultima volta". Silvana vive e respira le altezze assolute dello spirito,dell'arte e della poesia e noi ci sentimano umani troppo umani per pterle giudicare.
Poesie brevi ed intense, come pennellate lievi ma incisive, che alla fine tracciano un quadro complesso, ricco di tutte le sfumature della vita...o meglio di tante vite, che si intrecciano, si rincorrono, si ritrovano, e lasciano sempre un tocco di speranza, per il futuro di chi verrà. Come in "Il luogo dei sogni", dove i sogni si radunano su barche galleggianti aspettando un cuore nuovo, o come in "Gomitolo di vita", dove il filo attende la mano che lo afferrerà. E infine è bellissimo come una poesia scritta nel 1972, "Verso te", che dice "una mattina mi sono alzata in volo quasi per gioco ...e da quel giorno non riconosco più la terra..." mi richiami subito alla mente le parole di una splendida canzone scritta qualche anno dopo da Eugenio Finardi, "Oggi ho imparato a volare", il cui testo a tratti è sorprendentemente simile...(oggi ho imparato a volare, sembra strano ma è vero...e non me ne voglio più dimenticare...). Piacevole ed inatteso incontro fra musica e poesia.
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