Sushiettibile

Sushiettibile è il diario che qualunque ragazzo di trent’anni che ha vissuto nell’Italia dagli anni Ottanta ad oggi potrebbe aver scritto. L’unica differenza sta nel fatto che a scrivere “Sushiettibile” è sì un ragazzo italiano di trent’anni, ma il suo nome è Enola, è omosessuale ed è al nono mese di gravidanza. Una cornice assurda, impossibile, fantascientifica ma che pagina dopo pagina ti convince. Ad un tratto il lettore è sicuro che Little Boy, il bambino che Enola aspetta, verrà prima o poi alla luce. Little Boy non è solo il bambino di un uomo che si crede gravido: Little Boy è il nuovo Gesù Cristo che verrà al mondo per cambiare le cose. Una storia dolce e tenera raccontata da un protagonista che non riesci a non amare fin dal primo istante: un ragazzo senza pretese, se non quella di avere in grembo il Messia. Scemo e geniale, demente e lucidissimo, Enola ti prende per mano e ti accompagna in un mondo fatto di ricordi che se da un lato sono i suoi ricordi personali, dall’altro sono le reminescenze di un’intera generazione: dalle sorprese del Mulino Bianco nelle scatolette di cartone a Beruschi in Drive-In, “Sushiettibile” fa riaffiorare tutto quello che credevi aver dimenticato. Non da ultimo, lo fa facendoti ridere a crepapelle e commuovendoti fino alle lacrime.

La delicatezza di un pezzettino di sushi unita al gusto piccante del wasabi: “Sushiettibile” riesce ad appagare ogni palato. Un ragazzo che racconta a ruota libera il suo passato, pezzi di un puzzle che si compongono e fanno luce su una storia tanto assurda quanto universale. Enola è un uomo che dice di avere in grembo quello che per lui sarà il nuovo messia: Little Boy. Padre e madre in un corpo maschile, una pancia gonfia come quella di una donna gravida… un’immagine da un lato impressionante e dall’altro tenerissima. Nel libro convogliano tante tematiche attuali e delicatissime, ma vengono sempre trattate dal protagonista con quella leggerezza e quel cinismo che si potrebbero tollerare solo se a parlare fosse un bambino. E Enola è esattamente questo: un bambino, una creatura innocente, ignorante, superficiale, ma anche profonda, emotiva, sentimentale e acculturata. E, ovviamente, suscettibile. Non un trattato sociale, non la pretesa di parlare di cose come l’omosessualità, la religione, la sessualità in maniera seria, ma un trattato semmai di cultura pop, di “piccole cose di pessimo gusto” alla Gozzano, un calderone di telefilm, cinema, musica, libri e di tutto ciò che ha reso gli Anni Ottanta, Novanta e il nuovo Millennio kitch e adorabili. Un romanzo che da un’amnesia iniziale finisce per raccontarti vita, morte e miracoli di un messia nuovo di zecca e della sua sacra famiglia, senza sconfinare mai nella blasfemia. Davvero, davvero toccante e davvero, davvero divertente.