Batti e corri. Notte d'orrore a Villa Ada

Il tema del dolore, che stravolge tutto, si insinua nelle trame di un intreccio di storie. La centralità non sono le storie, non sono i personaggi, nemmeno le cruente situazioni. La centralità è proprio il dolore. Che, se lasciato a se stesso, annulla ogni capacità di vivere e sopravvivere. Questo il buon soggetto di questo libro, opera prima di una autore innamorato di una certa filmografia, della letteratura splatter che tanto piace al giorno d'oggi. Ma ignaro, forse, che la sua migliore esibizione, in questo libro, è proprio la tematica del dolore. Ben portata, ben raccontata, in maniera latente, forse involontaria (chissà) ma sicuramente ben rappresentata. Ci ritrovo lo Ian McEwan di Bambini Nel Tempo, ci ritrovo Josephine Hart de Il Danno. Nel piccolo, ma ce li ritrovo.

Breve ma intenso. Non si può proprio dire che questo romanzo non tenga incollati alla pagina! Seppure intriso di violenza e cattiveria (senza essere splatter, per fortuna) è privo del compiacimento di esse che leggiamo in altri autori, anche molto quotati. Si fa un po’ fatica, all’inizio, a seguire la temporalità degli eventi; ma poi ci si abitua. Che dire? Non ho le competenze per giudicare lo stile, ma non l’ho trovato mai grottesco o fastidioso, pur nel suo essere “acerbo” come penso sia sempre un’opera prima.