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Se i cani potessero parlare - Vilmos Csányi - copertina
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Se i cani potessero parlare
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Se i cani potessero parlare - Vilmos Csányi - copertina
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Descrizione


Cosa pensano i cani? Non potendo selezionare razze parlanti (cosa, tuttavia, meno impossibile di quanto sembri) il meglio che si possa fare per scoprirlo è osservare attentamente e registrare il comportamento di questi incredibili animali. Dopo anni di ricerche, l'etologo Vilmos Csànyi ha colto la vera essenza del rapporto di reciproca comprensione ed empatia esistente tra gli esseri umani e i cani. Traendo in parte lo spunto dalle esperienze dirette con i propri cani Flip e Jerry, egli ci mostra come l'antica alleanza che ci lega ai nostri proverbiali migliori amici sia derivata dalle capacità di risoluzione dei problemi e dalle abilità comunicative dei lupi, da cui i cani hanno avuto origine. Tali abilità fondamentali si sono poi affinate e rafforzate nel corso delle decine di migliaia di anni in cui la loro evoluzione è andata di pari passo con quella degli esseri umani. E poiché i cani sono stati selezionati per essere nostri aiutanti e compagni, ogni padrone che saprà cosa cercare, potrà interpretarne i pensieri, i desideri e le motivazioni.
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Dettagli

2007
1 gennaio 2007
394 p., ill. , Brossura
9788874131457

Voce della critica

"Gli manca solo la parola": quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase da proprietari di cani sbalorditi dalle capacità intellettive ed empatiche dei loro compagni di vita. Ed è proprio con questo desiderio di tanti cinofili che Vilmos Csányi intitola il suo ultimo libro. Fondatore del dipartimento di etologia dell'Università Eötvös Loránd di Budapest, Csányi accompagna il lettore alla scoperta della mente canina non solo sulla base dei tanti studi condotti dal suo gruppo di ricerca, ma anche di accurate osservazioni personali sulla quotidianità dei suoi compagni a quattro zampe, Flip e Jerry, indiscussi protagonisti del libro.
Se i cani potessero parlare è un'opera corposa ma scorrevole, a tratti avvincente, articolata in cinque parti. Nella prima, l'autore descrive brevemente il processo di domesticazione del cane a partire dal lupo, ipotizzando che si sia trattato di un processo di coevoluzione con vantaggi selettivi non solo per il cane ma anche per l'essere umano. La seconda parte illustra le somiglianze tra il comportamento umano e quello canino, soffermandosi sulle analogie nella socialità e nella sfera emotiva, che ci portano spesso a considerare i cani come "persone". La terza parte prende spunto da episodi di "vita vissuta" di Flip, Jerry e lo stesso Vilmos per esaminare sulla base di dati empirici alcuni aspetti del comportamento del cane, come imitazione, comunicazione e ragionamento deduttivo. La quarta parte offre al lettore l'opportunità di andare oltre il comportamento del cane e di approfondire dal punto di vista teorico e metodologico alcuni temi classici della psicologia comparata. Infine, la quinta parte, dedicata al rapporto tra umani e cani, racchiude un'importantissima serie di consigli pratici sui doveri, purtroppo spesso trascurati, di chi sceglie di condividere parte della propria vita con un compagno tanto leale e intelligente.
Spesso combattuto tra l'esigenza di obiettività scientifica e l'affetto per i cani, l'autore riesce a trovare un equilibrio ottimale tra il rigore degli studi citati e aneddoti divertenti, commoventi, talvolta incredibili. Particolarmente interessanti le ricerche condotte sulla capacità dei cani di interpretare segnali comunicativi umani, in cui si indaga se il cane riesce a individuare (sulla base di indicazioni non verbali del proprietario, come gesti, cenni della testa o sguardi) in quale di due contenitori identici è stato nascosto, a sua insaputa, un boccone appetitoso. Grazie a migliaia di anni di domesticazione, i cani sono particolarmente abili in questo tipo di compiti e persino i cuccioli mostrano prestazioni di gran lunga superiori a quelle delle scimmie antropomorfe, gli animali evolutivamente più vicini a noi.
Purtroppo, questa straordinaria vicinanza emotiva con gli umani rende i cani particolarmente vulnerabili alla rottura del legame con il proprietario, specialmente quando questi lo interrompe volontariamente. L'autore torna più volte e con notevole sensibilità sul sempre tristemente attuale tema dell'abbandono, ricordandoci che un cane abbandonato sperimenta un trauma emotivo paragonabile a quello dei bambini soggetti a sofferenze analoghe e facendoci riflettere su come sia possibile che proprio gli umani, che si considerano le uniche creature dotate di morale, siano capaci di compiere atti che di morale non hanno nulla.   Elsa Addessi

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