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Dallo scudetto ad Auschwitz. Vita e morte di Arpad Weisz, allenatore ebreo
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Dallo scudetto ad Auschwitz. Vita e morte di Arpad Weisz, allenatore ebreo - Matteo Marani - copertina
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Descrizione


Chi è stato Arpad Weisz? E per quale motivo uno dei grandi personaggi degli anni 30 è caduto nell'oblio, al punto da non conoscerne, oggi, neanche il nome? Da queste domande nasce e si sviluppa il viaggio-inchiesta alla scoperta del trainer che ha vinto lo scudetto con l'Inter nel 1929-30 - il primo della Serie A come la conosciamo ora - e di altri tre titoli nazionali col grande Bologna. Oltre al Trofeo delle Esposizioni, la Champions League dell'epoca, conquistato contro i maestri del Chelsea. Era il 26 ottobre 1938 quando il protagonista di questo libro si dimise da tecnico del Bologna che aveva portato a dominare il calcio in Italia. A lui, Arpad Weisz, ebreo purosangue, e ai suoi famigliari, non fu più permesso di vivere in Italia dalle leggi razziali promulgate da Mussolini. Il 10 gennaio 1939, insieme ad altri profughi, si rifugiò in Francia passando dal valico di Bardonecchia. Da Parigi si spostò in Olanda, nella cittadina di Dordrecht, dove per quasi due anni fece l'allenatore prima di essere deportato in un lager senza ritorno.
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Dettagli

2007
1 gennaio 2007
207 p., ill. , Brossura
9788874242009

Valutazioni e recensioni

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silvana poli
Recensioni: 5/5

un libro scritto in modo perfetto e soprattutto con una certosina pazienza nel cercare notizie e dettagli su una fine così tragica di un personaggio che avrebbe meritato considerazione e rispetto da parte dei cosiddetti "sportivi". Dimenticarsi di una figura così adamantina e capace come Arpad Weisz é veramente inconcepibile e i complimenti maggiori li devo a Matteo Marani che scrive la "Postazione" che mi ha colpito di più. Bravo Matteo.

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marcelloT
Recensioni: 5/5

Un libro che merita la risalta nazionale; molto bello e ben scritto, mescola sport e leggi razziali con molto garbo. Un libro per ricordare ma soprattutto per non dimenticare.

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Augusto
Recensioni: 5/5

Libro bello e appassionante, risultato di una ricerca veramente encomiabile. Un peccato scoprire che un personaggio come Weisz sia stato frettolosamente dimenticato da tutti.

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Recensioni

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Voce della critica

Il libro narra le vicende umane e sportive di Arpad Weisz, ebreo ungherese che da allenatore portò allo scudetto l'Inter nel 1930 e il Bologna nel 1936 e nel 1937, contribuendo anche a formare alcuni dei calciatori che costituirono l'ossatura dell'Italia campione del mondo nel 1934 e nel 1938. I meriti sportivi non risparmiarono però Weisz dagli effetti delle leggi razziali del 1938; con i suoi familiari dovette abbandonare l'Italia e cominciare un penoso peregrinare, pressato dall'esigenza economica e morale di continuare a fare il proprio mestiere e tuttavia preoccupato dall'avanzata del regime nazista e dalla sua recrudescenza antiebraica. Weisz fu prima a Parigi, poi in Olanda, dove guidò il Dordrecht a risultati di prestigio ma dove, in un crescendo di vessazioni, subì infine il rastrellamento nazista e nel 1942 il trasferimento ad Auschwitz. Marani ha cura di raccontare nei dettagli le vicende sportive e familiari di Weisz, e l'orribile contesto nel quale vennero a dipanarsi; di descrivere lo stile sobrio ed educato di questo ungherese dal carattere mite e dall'intelligenza acuta; di mostrarne il ruolo di innovatore per quel che riguarda la preparazione atletica, la tattica, la gestione del gruppo. Il risultato è un libro non solo accurato sotto il profilo storiografico, a dispetto delle difficoltà di reperire informazioni sull'allenatore ungherese (la postfazione dà conto nei particolari di queste difficoltà), ma anche molto godibile dal punto di vista della scrittura, grazie anche al fatto che l'autore è riuscito a "romanzare" il personaggio Weisz, non esitando a congetturare sui suoi stati d'animo, soprattutto quando le notizie su di lui si fanno sempre più scarne; il che avviene a mano a mano che l'allenatore ungherese si avvicina alla sua tragica fine, che sarà ad Auschwitz, il 31 gennaio 1944.
  Corrado Del Bò

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